Di Nardo C, et al. Blood 2019; 133: 7–17
Abstract
Full text
Venetoclax in combinazione con decitabina o azacitidina nel trattamento della leucemia mieloide acuta dell’anziano

Introduzione

L’outcome dei pazienti anziani affetti da leucemia mieloide acuta (AML) non candidabili alla chemioterapia standard rimane insoddisfacente per le caratteristiche genomiche sfavorevoli della malattia e per la presenza di comorbidità e/o ridotta funzione d’organo del paziente.
La sovraespressione di BCL-2 è implicata nella sopravvivenza delle cellule AML e nella refrattarietà ai trattamenti. In questo setting di pazienti Di Nardo e coll. hanno testato la sicurezza e l’efficacia dell’aggiunta dell’anti BCL-2 venetoclax alla terapia standard con ipometilanti.

Metodi

Lo studio, multicentrico, di fase 1b (dose-escalation e successiva dose-expansion) ha arruolato 145 pazienti di età ≥65 anni affetti da AML non pretrattata e non eleggibili alla chemioterapia intensiva.
Nella prima fase, di dose escalation, venetoclax è stato somministrato per via orale al dosaggio di 400, 800 o 1200 mg al giorno in combinazione con decitabina (20 mg/m2, giorni 1-5, per via endovenosa, iv) o azacitidina (75 mg/m2, giorni 1-7, iv o per via sottocutanea). Nella fase di dose-expansion sono stati somministrati 400 o 800 mg di venetoclax associati a uno dei due ipometilanti (HMA).

Risultati

I pazienti arruolati avevano un’età mediana di 74 anni e nel 49% dei casi, un cariotipo sfavorevole. Con un tempo medio in studio di 8,9 mesi, il 67% dei pazienti (qualsiasi dose di venetoclax) ha raggiunto la remissione completa (CR) o la CR con recupero ematologico incompleto (CRi). Nella coorte trattata con venetoclax 400 mg + HMA il tasso di CR+CRi era del 73%. Le risposte erano estremamente favorevoli anche nel sottogruppo di pazienti con cariotipo sfavorevole, con età ≥75 e con leucemia secondaria con tassi di CR + CRi rispettivamente del 60, 65 e 67%.
La durata mediana della CR+CRi per la popolazione in studio era di 11,3 mesi e la sopravvivenza globale mediana (OS) di 17,5 mesi (Figure 1 e 2); l’OS mediana non è stata raggiunta per la coorte trattata con venetoclax 400 mg.
Per quanto riguarda la tollerabilità del trattamento, gli eventi avversi più comuni (>30%) comprendevano nausea, diarrea, costipazione, neutropenia febbrile, affaticamento, ipokaliemia, diminuzione dell'appetito e leucopenia. Non si sono verificati casi di sindrome da lisi tumorale.
La dose di 400 mg di venetoclax è stata identificata come quella ideale per efficacia e tossicità.

Conclusioni

Se pur con i limiti di uno studio di fase 1, l’associazione di venetoclax e decitabina o azacitidina è risultata efficace e ben tollerata nei pazienti anziani con AML, compreso il sottogruppo dei pazienti ad alto rischio molecolare e con caratteristiche prognostiche sfavorevoli.
Sulla scorta di questi risultati la Food and Drug Administration (FDA) ha registrato la combinazione venetoclax + decitabina o azacitidina per il trattamento della AML nei pazienti di età superiore a 75 anni o non eleggibili per chemioterapia intensiva.