Numero speciale di "Impact Factor News" n° 2 - Aprile 2025
Introduzione
Dati preliminari suggeriscono un'attività promettente di loncastuximab nel linfoma follicolare (FL) e un'attività sinergica tra citotossicità indotta da rituximab e loncastuximab. In questo studio, gli sperimentatori hanno valutato loncastuximab in combinazione con rituximab per il trattamento del FL a partire dalla seconda linea.
Metodi
Si tratta di uno studio di fase 2 a braccio singolo, avviato dagli sperimentatori presso il Sylvester Comprehensive Cancer Center di Miami, FL, USA. Sono stati arruolati pazienti di età pari o superiore a 18 anni con FL R/R confermato istologicamente (grado 1–3A), trattati con una o più linee di terapia e che presentavano progressione o recidiva della malattia entro 24 mesi (POD24) dopo la prima linea di trattamento, con uno o più criteri del Groupe d'Etude des Lymphomes Folliculaires (GELF) o seconda recidiva e con un Eastern Cooperative Oncology Group performance status (ECOG PS) di 0–2. Loncastuximab veniva somministrato per via endovenosa il giorno 1 di un ciclo di 21 giorni, a 0,15 mg/kg per due cicli e quindi 0,075 mg/kg in seguito. Rituximab per via endovenosa è stato somministrato il giorno 1 del ciclo 1 a 375 mg/m2 per 4 dosi una volta alla settimana, seguite da una dose ogni 8 settimane nei cicli 5, 6 e 7. Alla settimana 21, i pazienti con una risposta completa (CR) hanno interrotto loncastuximab e hanno ricevuto altre due dosi di rituximab una volta ogni 8 settimane. I pazienti con una risposta parziale (PR) alla settimana 21 hanno continuato entrambi gli agenti per altre 18 settimane. L'endpoint primario era il tasso di CR alla settimana 12, valutato secondo i Criteri di Lugano 2014 nei pazienti che avevano ricevuto almeno tre dosi di loncastuximab. L'analisi di sicurezza ha incluso tutti i pazienti che hanno ricevuto una o più dosi di loncastuximab. Lo studio è registrato su ClinicalTrials.gov (NCT04998669) ed è in corso (aperto al reclutamento); il cutoff dei dati per questa analisi era il 13 settembre 2024.
Risultati
Tra il 28 gennaio 2022 e il 3 giugno 2024, sono stati arruolati 39 pazienti (età media: 68 anni [interquartile range, IQR 58–77]; 21 [54%] pazienti maschi e 18 [46%] pazienti femmine). Tutti i pazienti presentavano uno o più criteri GELF (n=36, 92%) o POD24 dopo la prima linea di trattamento (n=20, 51%) al basale. Al 13 settembre 2024, il follow-up mediano era di 18,2 mesi (confidence interval [CI] 95%: 12,0–19,3). Il tasso di CR alla settimana 12 era del 67% (n=26 su 39). Gli eventi avversi emergenti dal trattamento (TEAE) ≥3 più comuni sono stati linfopenia (8 su 39 pazienti, 21%) e neutropenia (5 pazienti, 13%; uno dei quali ha avuto un TEAE grave di grado 3 di neutropenia febbrile, che è stato considerato correlato al trattamento in studio). L'edema generalizzato e periferico era prevalentemente di grado 1-2 e tutti i casi di edema erano curabili con diuretici. TEAE gravi, che sono stati considerati correlati ai farmaci in studio, si sono verificati in 4 su 39 pazienti (10%). Non si sono verificati TEAE fatali.
Conclusioni
In questo studio di fase 2, l’associazione di loncastuximab e rituximab ha mostrato un'attività clinicamente significativa nel FL R/R con un profilo di sicurezza gestibile.