Numero speciale di "Impact Factor News” n° 6 - Ottobre 2024
Introduzione
Le terapie con triplette o quadruplette che includono inibitori del proteasoma, immunomodulatori e anticorpi anti-CD38 hanno portato a un prolungamento della sopravvivenza nei pazienti con mieloma multiplo (MM) di nuova diagnosi; tuttavia, la maggior parte dei pazienti presenta una recidiva. Inoltre, con le combinazioni terapeutiche attuali, il numero di pazienti con malattia refrattaria alla lenalidomide al momento della prima recidiva è progressivamente in aumento. Lo studio DREAMM-8 ha dimostrato l’impatto positivo di belantamab in combinazione con pomalidomide e desametasone nel MM a partire dalla prima recidiva.
Metodi
In questo studio randomizzato, in aperto, di fase 3, è stata valutata la tripletta belantamab mafodotin, pomalidomide e desametasone (BPd) in confronto a pomalidomide, bortezomib e desametasone (PVd) in pazienti affetti da MM recidivato/refrattario (R/R) dopo almeno una linea di terapia ed esposti a lenalidomide. L'obiettivo primario è stata la valutazione della sopravvivenza libera da progressione (PFS). Inoltre, sono stati valutati anche il tasso di risposte e la sicurezza.
Risultati
Il trial ha randomizzato 302 pazienti; 155 sono stati assegnati al gruppo BPd e 147 al gruppo PVd. Con un follow-up mediano di 21,8 mesi (<0,1–39,2 mesi), la PFS stimata a 12 mesi con BPd era del 71% (confidence interval [CI] 95%: 63–78) rispetto al 51% (CI 95%: 42–60) con PVd (Figura 1).
Nel gruppo che aveva ricevuto la tripletta con belantamab si osservava una riduzione del rischio di progressione della malattia o morte del 48% rispetto al gruppo PVd (p <0,001). Inoltre, il braccio BPd determinava un outcome migliore in tutti i sottogruppi di pazienti a prognosi sfavorevole (alto rischio citogenetico, refrattari a lenalidomide, alto rischio funzionale o precedente terapia con anti-CD38). I dati sulla sopravvivenza globale (OS) al momento della pubblicazione erano immaturi, tuttavia si osservava un trend verso un miglioramento dell’OS nei pazienti del braccio BPd. La percentuale di pazienti con una risposta al trattamento (almeno risposta parziale) era del 77% (CI 95%: 70–84) nel gruppo BPd e del 72% (CI 95%: 64–79) nel gruppo PVd; i pazienti che ottenevano una remissione completa o migliore erano, rispettivamente, il 40% (CI 95%: 32–48) e il 16% (CI 95%: 11–23) (Figura 2).
Per quanto riguarda la tollerabilità, eventi avversi di grado 3 o superiore si verificavano nel 94% dei pazienti nel gruppo BPd e nel 76% di quelli nel gruppo PVd. Come atteso, si riscontravano eventi oculari nell'89% dei pazienti che avevano ricevuto BPd (di grado 3 o 4 nel 43%) e nel 30% di quelli che avevano ricevuto PVd (di grado 3 o 4 nel 2%); gli eventi oculari nel gruppo BPd erano gestiti con modifiche della dose di belantamab mafodotin. Gli eventi oculari portavano all'interruzione del trattamento nel 9% dei pazienti del gruppo BPd e in nessun paziente del gruppo PVd.
Conclusioni
Nei pazienti con MM R/R già esposti a lenalidomide, la tripletta BPd conferiva un beneficio significativamente maggiore rispetto a PVd, con un importante miglioramento della PFS. Il noto profilo di tossicità di belantamab mafodotin veniva confermato con eventi oculari comuni ma gestibili attraverso modulazione della dose. (Finanziato da GSK; DREAMM-8 ClinicalTrials.gov, NCT04484623; numero EudraCT, 2018-004354-21).