Numero speciale di "Impact Factor News” n° 6 - Ottobre 2024
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Un nuovo anticorpo monoclonale anti-CD38 promettente nel trattamento della piastrinopenia immune
Introduzione
La trombocitopenia immune (ITP) è una malattia autoimmune caratterizzata dalla distruzione delle piastrine mediata da autoanticorpi. Il CM313 è un nuovo anticorpo monoclonale umanizzato anti-CD38, con una sequenza della regione determinante la complementarità distinta da quella di daratumumab. Considerando che le plasmacellule autoreattive possono contribuire al fallimento del trattamento in alcuni pazienti con ITP, gli autori hanno valutato CM313 come potenziale strategia per il trattamento dell’ITP cronica, grazie alla sua capacità di eliminare le plasmacellule a breve e a lunga vita.
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Terapia mirata combinata nel linfoma diffuso a grandi cellule B recidivato
Introduzione
L'identificazione nel linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL) di mutazioni oncogeniche ha portato allo sviluppo di farmaci che mirano a pathways di sopravvivenza essenziali per la cellula tumorale, ma non è noto se il targeting di pathways di sopravvivenza multiple possa essere potenzialmente curativo nel DLBCL.
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Analisi del sottogruppo di trasformazione di Richter dallo studio multicentrico, in aperto, di fase 1/2 BRUIN con pirtobrutinib, un inibitore BTK altamente selettivo, non covalente (reversibile) in pazienti con tumori maligni delle cellule B
Introduzione
La leucemia linfatica cronica (LLC) è un disordine linfoproliferativo a cellule B con andamento indolente. Nella storia naturale di tale patologia, nel 10% circa dei pazienti può manifestarsi la trasformazione Richter che, di solito, si presenta come un linfoma diffuso aggressivo a grandi cellule B, che non ha terapie approvate ed è associata a una prognosi sfavorevole. Pirtobrutinib ha mostrato efficacia e tollerabilità promettenti nei pazienti con tumori maligni delle cellule B recidivanti o refrattari, compresi quelli che progrediscono con gli inibitori covalenti della tirosin-chinasi di Bruton (BTKi). Questo studio si propone di riportare i dati di sicurezza e l'attività della monoterapia con pirtobrutinib in un sottogruppo di pazienti con trasformazione di Richter provenienti dallo studio multicentrico, in aperto, di fase 1/2 BRUIN.
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Glofitamab nel linfoma mantellare recidivato/refrattario: risultati di uno studio di fase 1/2
Introduzione
I pazienti con linfoma mantellare (MCL) recidivato/refrattario (R/R) hanno una prognosi sfavorevole. Gli sperimentatori hanno condotto uno studio di fase 1/2 (NP30179) che ha valutato la monoterapia con glofitamab in pazienti con linfomi a cellule B R/R, con pretrattamento con obinutuzumab (Gpt) per mitigare il rischio di sindrome da rilascio di citochine (CRS) da glofitamab. In questo lavoro vengono presentati i dati per i pazienti con MCL R/R.
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Monoterapia con epcoritamab in pazienti con linfoma follicolare recidivato o refrattario (EPCORE NHL-1): risultati della coorte di fase 2 di uno studio multicentrico a braccio singolo
Introduzione
Per i pazienti con linfoma follicolare refrattario o con recidive multiple non sono stati stabiliti uno standard di cura e una durata ottimale della terapia. Lo scopo di questo studio è stato di valutare epcoritamab, un nuovo anticorpo bispecifico CD3×CD20, nel contesto del trattamento del linfoma follicolare dalla terza linea in poi.
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Miglioramento della sopravvivenza con l’aggiunta di blinatumomab alla terapia di consolidamento nella leucemia linfoblastica acuta MRD-negativa
Introduzione
Molti adulti con leucemia linfoblastica acuta a precursori delle cellule B (B-ALL) vanno incontro a una ricaduta nonostante abbiano ottenuto una remissione completa con malattia residua misurabile (MRD) negativa con la chemioterapia di combinazione. Nel trial E1910 è stato valutato l’impatto dell'aggiunta del bispecific T-cell engager (BiTe) blinatumomab, già approvato per il trattamento della B-ALL recidivante/refrattaria (R/R) e MRD-positiva, alla terapia di consolidamento nei pazienti in prima remissione MRD-negativa.
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Risultati dell’analisi degli studi clinici e degli studi di fase 4 (real world) sul linfoma a grandi cellule B con axicabtagene ciloleucel in tutte le razze ed etnie
Introduzione
Axicabtagene ciloleucel (axi-cel) è una terapia autologa con cellule T anti-CD19 con recettore dell'antigene chimerico (CAR-T) approvata per il linfoma a grandi cellule B (LBCL) recidivato/refrattario (R/R). Nonostante i numerosi dati a sostegno del suo utilizzo, i risultati stratificati per razza ed etnia sono limitati.
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Rischio di sviluppare tumori secondari e linfoma a cellule T dopo la terapia con cellule CAR-T
Introduzione
A seguito dell’impiego sempre più frequente della terapia cellulare nei linfomi B e nella leucemia linfoblastica acuta, il rischio di tumori secondari dopo la terapia con cellule T con recettore dell’antigene chimerico (CAR-T), in particolare il rischio di neoplasie delle cellule T correlate all’integrazione del vettore virale, sta divenendo una preoccupazione emergente.
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DREAMM-8: efficacia di belantamab mafodotin, pomalidomide e desametasone nel mieloma multiplo recidivato/refrattario
Introduzione
Le terapie con triplette o quadruplette che includono inibitori del proteasoma, immunomodulatori e anticorpi anti-CD38 hanno portato a un prolungamento della sopravvivenza nei pazienti con mieloma multiplo (MM) di nuova diagnosi; tuttavia, la maggior parte dei pazienti presenta una recidiva. Inoltre, con le combinazioni terapeutiche attuali, il numero di pazienti con malattia refrattaria alla lenalidomide al momento della prima recidiva è progressivamente in aumento. Lo studio DREAMM-8 ha dimostrato l’impatto positivo di belantamab in combinazione con pomalidomide e desametasone nel MM a partire dalla prima recidiva.
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Mieloma multiplo di nuova diagnosi: i risultati dello studio IMROZ (isatuximab, bortezomib, lenalidomide e desametasone)
Introduzione
Lo studio IMROZ è stato disegnato per valutare l’impatto dell’aggiunta dell'anticorpo monoclonale anti-CD38 isatuximab alla terapia di prima linea con bortezomib, lenalidomide e desametasone (VRd) nei pazienti con mieloma multiplo (MM) non eleggibili a trapianto.
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Ziftomenib nella leucemia mieloide acuta recidivante o refrattaria (KOMET-001): uno studio multicentrico, open-label, multi-coorte, di fase 1
Introduzione
Ziftomenib (KO-539) è un potente inibitore selettivo dell'interazione menina–KMT2A, ad assunzione orale. L'inibizione della menina interrompe il legame della mutazione di NPM1 con i siti di cromatina, risultando nella perdita della funzione oncogenica. Ziftomenib ha indotto una potente differenziazione mieloide e un'attività anti-leucemica in modelli preclinici di leucemia mieloide acuta (AML) con mutazione di NPM1 e riarrangiamento di KMT2A. Ziftomenib è stato somministrato a pazienti con AML recidivante o refrattaria (R/R) nello studio di fase 1 KOMET-001, con l’obiettivo primario di determinare la dose raccomandata per la fase 2, basandosi sulla sicurezza, sulla farmacocinetica, sulla farmacodinamica e sull’attività preliminare.
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Asciminib nella leucemia mieloide cronica di nuova diagnosi
Introduzione
I pazienti con leucemia mieloide cronica (LMC) di nuova diagnosi necessitano di una terapia a lungo termine con elevata efficacia e sicurezza. Asciminib è il primo inibitore Specifically Targeting the ABL Myristoyl Pocket (STAMP), una molecola disegnata per migliorare l’efficacia e la sicurezza degli inibitori di BCR::ABL tradizionali, ed è attualmente approvato per il tratamento della LMC a partire dalla terza linea. Nello studio ASC4FIRST asciminib è stato confrontato con gli inibitori della tirosin-chinasi (TKI), attualmente standard of care (SoC), di prima generazione (imatinib) o di seconda generazione (nilotinib, dasatinib e bosutinib) selezionati dallo sperimentatore, nei pazienti con LMC in fase cronica Philadelphia-positiva (Ph+ LMC-CP) di nuova diagnosi.
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Valutazione automatizzata della risposta metabolica secondo i criteri di Lugano 2014 nel linfoma non-Hodgkin avido di 18F-FDG con deep learning su PET 18F-FDG
Introduzione
In questo lavoro viene toccato un tema molto attuale della nostra società, ovvero l’impiego dell’intelligenza artificiale nelle attività scientifiche al fine di fornire un ausilio per l’uomo e non un sostituto dello stesso. Gli autori partono dal seguente presupposto: l’intelligenza artificiale può ridurre il tempo impiegato dai medici nelle valutazioni radiologiche. Per i linfomi avidi di 18F-fluorodesossiglucosio (18F-FDG), l'ottenimento di una risposta metabolica completa (CMR) alla fine del trattamento ha un valore prognostico, oltre che di puntuale definizione dell’efficacia.
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Modello semplificato di stratificazione del rischio per pazienti con macroglobulinemia di Waldenström
Introduzione
La macroglobulinemia di Waldenström (WM) è una patologia indolente. I pazienti che necessitano di un trattamento rappresentano un numero esiguo ma sono caratterizzati da un outcome eterogeneo, con prognosi quoad vitam che vanno da forme simili a quelle della popolazione generale coeva fino a casi di trasformazione istologica in malattie aggressive e refrattarie. Dallo sviluppo dell'International Prognostic Scoring System sono emerse nuove terapie e la mutazione MYD88L265P viene ora frequentemente valutata al momento della diagnosi, comportando il riesame dei parametri prognostici.