Numero speciale di "Impact Factor News” n° 1 - Aprile 2018
Introduzione
Gallamini et al. hanno pubblicato su JCO i risultati dello studio GITIL/FIL HD0607 ideato per valutare l’outcome in termini di progression-free survival (PFS) dei pazienti affetti da linfoma di Hodgkin ad alto rischio trattati con una strategia di trattamento adattata al rischio, determinato in base alla valutazione dell’interim PET dopo due cicli di trattamento con ABVD (PET2).
Pazienti e metodi
Lo studio ha arruolato pazienti affetti da linfoma di Hodgkin in stadio avanzato (IIB to IVB), tutti venivano rivalutati con PET dopo due cicli ABVD (PET2) e dopo lettura centralizzata dell’esame secondo i criteri di Deauville si procedeva alla randomizzazione.
I pazienti PET2 positivi erano candidati a una intensificazione del trattamento e venivano assegnati con rapporto 1:1 a ricevere quattro cicli BEACOPP escalated seguiti da quattro cicli di BEACOPP standard con o senza rituximab.
I pazienti PET2 negativi completavano il trattamento con ABVD e, quelli con masse di diametro maggiore di 5 cm all’esordio e con PET negative al termine della chemioterapia, venivano a loro volta randomizzati a radioterapia o al solo follow-up. L’endpoint primario dello studio era la PFS a tre anni.
Risultati
Lo studio ha arruolato 782 pazienti, dopo due cicli ABVD la PET2 era positiva in 150 (19%) e negativa in 630 (81%). A tre anni la PFS era dell’82% con una differenza statisticamente significativa tra i pazienti PET2 negativi che ottenevano una PFS dell’87% e quelli PET2 positivi nei quali si registrava una PFS del 60% (p=0,001).
L’aggiunta del rituximab alla BEACOPP non aveva un impatto sull’outcome con una PFS a tre anni nel gruppo che aveva ricevuto il monoclonale verso chi non l’aveva ricevuto del 63 vs il 57% (p=0,53).
Duecenonovantasei pazienti con PET2 e PET finale negative e con larghe masse nodali all’esordio venivano randomizzati a ricevere o meno la radioterapia: anche in questo sottogruppo l’aggiunta della radioterapia non aveva un incremento significativo della PFS (97 vs 93%, rispettivamente; p=0,29). L’overall survival (OS) a tre anni di tutti i 782 pazienti era del 97% (99 e 89% per i PET2 negativi e positivi, rispettivamente).
Conclusioni
Secondo gli Autori una strategia di intensificazione del trattamento chemioterapico con il passaggio da ABVD a BEACOPP in base al risultato della PET2 è fattibile ed efficace nei pazienti con linfoma di Hodgkin in stadio avanzato e consente di ottenere una sopravvivenza simile a quella che si ottiene con il regime BEACOPP, risparmiando alla maggioranza dei pazienti la tossicità di cui questo regime è gravato.