Numero speciale di "Impact Factor News” n° 1 - Aprile 2018
Introduzione
Pazienti affetti da linfoma diffuso a grandi cellule B che risultano refrattari al trattamento standard e alla chemioterapia ad alte dosi o che vanno incontro a recidiva hanno una prognosi infausta. In letteratura sono riportati numerosi dati positivi sull’utilizzo delle cellule T modificate nella sub-struttura del recettore per l’antigene chimerico (CAR) anti-CD19 contro le cellule B tumorali, anche se i dati concernenti studi sui linfomi B sono scarsi.
Pazienti e metodi
In questo lavoro gli Autori hanno utilizzato linfociti T autologhi che esprimessero un recettore chimerico per l’antigene CD19 (CTL019) per trattare pazienti affetti da linfoma diffuso a grandi cellule B o linfoma follicolare in recidiva di malattia o refrattari al precedente trattamento (Tabella 1). I pazienti venivano quindi monitorati per la risposta al trattamento, per gli eventi avversi e per l’espansione e la persistenza delle cellule CTL019 in vivo e per la ricostituzione immunologica.
Risultati
Un totale di 28 pazienti adulti ha ricevuto cellule CTL019, di questi 18 hanno ottenuto una risposta (64%; 95% intervallo di confidenza [CI], 44–81). In particolare 6 di 14 pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule e 10 di 14 pazienti con linfoma follicolare hanno ottenuto una risposta completa, rispettivamente il 43% ( 95% CI, 18–71) e il 71% (95% CI, 42–92).
Le cellule CTL019 hanno proliferato in vivo ed erano determinabili nel sangue venoso periferico e nel midollo emopoietico sia dei pazienti che hanno ottenuto una risposta sia in quelli che non l’hanno raggiunta.
Dei pazienti che hanno ottenuto una risposta completa l’86% dei pazienti affetti da linfoma diffuso a grandi cellule B (95% CI, 33–98) e l’89% dei pazienti affetti da linfoma follicolare (95% CI, 43–98) l’hanno mantenuta, con una mediana di follow-up di 28,6 mesi.
Per quanto concerne gli eventi avversi non ematologici, in 5 pazienti si è registrata una sindrome da rilascio di citochine di grado severo (18%). Tre pazienti hanno sviluppato un’encefalopatia di grado severo (11%); di questi, due casi si sono risolti spontaneamente mentre un caso è stato mortale (Tabella 2).
Tutti i pazienti in remissione completa a 6 mesi sono rimasti in remissione per un periodo da 7,7 a 37,9 mesi (mediana 29,3 mesi) dopo l’induzione, con una ricomparsa sostenuta di cellule B in 8 di 16 pazienti e un incremento dei livelli di immunoglobuline IgG in 4 su 10 pazienti e un incremento dei livelli di immunoglobuline IgM in 6 su 10 pazienti a 6 mesi o più tardivamente. Per quanto concerne i livelli di immunoglobuline IgA, si è assistito a un incremento in 3 pazienti su 10 dai 18 mesi in avanti.
Conclusioni
Le cellule CTL019 possono essere efficaci nel trattamento dei pazienti affetti da linfoma diffuso a grandi cellule B e linfoma follicolare recidivati e refrattari. Nello studio è stato osservato un elevato numero di risposte complete durature con un recupero di cellule B e di immunoglobuline in un sottogruppo. Gli Autori hanno riportato che un terzo dei pazienti ha sviluppato una forma di encefalopatia transiente e che cinque pazienti hanno sviluppato una sindrome da rilascio citochinico.