Numero speciale di "Impact Factor News” n° 1 - Aprile 2018
Introduzione
Il linfoma mantellare è considerato una patologia incurabile. Nonostante il rate di risposte complete sia elevato dopo l’immunochemioterapia di prima linea seguita da chemioterapia ad alte dosi di consolidamento, i pazienti vanno incontro a recidiva.
In questo studio di fase III gli sperimentatori hanno voluto valutare l’impatto sul prolungamento della risposta data dalla terapia di mantenimento con rituximab alla dose standard di 375 mg/superficie corporea ogni due mesi per tre anni.
Pazienti e metodi
Nel trial di fase III sono stati randomizzati 299 pazienti con età inferiore a 66 anni alla diagnosi, 240 sono stati assegnati a ricevere mantenimento con rituximab o osservazione dopo chemioterapia ad alte dosi (120 pazienti per ciascun gruppo); 59 non hanno raggiunto la randomizzazione. L’obiettivo principale dello studio è stato fissato nella sopravvivenza libera da eventi, EFS (evento definito come progressione di malattia, recidiva, morte, allergia a rituximab, o infezioni severe) dopo il trapianto nei pazienti randomizzati.
Risultati
Dopo quattro cicli di chemio-immunoterapia di induzione (schema di terapia R-DHAP: rituximab, desametasone, citarabina e derivato del platino), il rate di risposte globali è stato dell’89%, quello di risposte complete del 77%. La procedura ad alte dosi è stata effettuata in 257 pazienti. La mediana di follow-up dalla randomizzazione dopo l’autotrapianto è stata di 50,2 mesi (range: 46,4–54,2). A partire dalla randomizzazione, il rate di EFS a 4 anni è stato del 79% (95% intervallo di confidenza [CI], 70–86) nel gruppo rituximab versus 61% (95% CI, 51–70) nel gruppo osservazionale (p=0,001). Il rate di PFS a 4 anni è stato dell’83% (95% CI, 73–88) nel gruppo rituximab versus 64% (95% CI, 55–73) nel gruppo osservazionale (p <0,001). Il rate di sopravvivenza globale è stato dell’89% (95% CI, 81–94) nel gruppo rituximab versus 80% (95% CI, 72–88) del gruppo osservazionale (p=0,04). In accordo con l’analisi di regressione Cox non modificata, il rate di sopravvivenza globale a 4 anni è stata superiore nel gruppo rituximab rispetto a quello osservazionale (hazard ratio per l’evento morte 0,50; 95% CI, 0,26–0,99; p=0,04).
Conclusioni
Rituximab di mantenimento dopo chemioterapia ad alte dosi ha dimostrato di prolungare la sopravvivenza libera da eventi, la sopravvivenza libera da progressione e la sopravvivenza globale in pazienti affetti da linfoma mantellare con età inferiore a 66 anni al momento della diagnosi.