Numero speciale di "Impact Factor News” n° 2 - Aprile 2024
Introduzione
La valutazione della malattia residua misurabile (MRD) mediante tecnica di PCR (reazione a catena della polimerasi) quantitativa è fortemente prognostica nei pazienti con leucemia mieloide acuta (AML) con mutazione NPM1 trattati con chemioterapia intensiva; tuttavia, non esistono dati riguardanti la sua utilità nella terapia non intensiva a base di venetoclax, nonostante l’elevata efficacia di tale trattamento in questo genotipo.
Metodi
In questo lavoro gli autori hanno analizzato l’impatto prognostico della MRD di NPM1 in una coorte internazionale di 76 pazienti con AML con mutazione NPM1, precedentemente non trattati, che hanno ottenuto una remissione completa (CR) o CR con recupero ematologico incompleto in seguito al trattamento con venetoclax e agenti ipometilanti (HMA) o citarabina a basse dosi (LDAC).
Risultati
In totale, 44 pazienti (58%) hanno raggiunto la negatività della MRD del midollo osseo (BM) e altri 14 (18%) hanno ottenuto una riduzione ≥ 4 log10 rispetto al basale come migliore risposta, senza differenza tra HMA e LDAC. I tassi cumulativi di negatività della MRD del BM alla fine dei cicli 2, 4 e 6 sono stati rispettivamente del 25, 47 e 50%. I pazienti che avevano raggiunto una negatività della MRD del BM entro la fine del ciclo 4 hanno avuto un tasso totale dell’84% a 2 anni rispetto al 46% se la MRD era positiva. Nelle analisi multivariate, la negatività della MRD è stata il fattore prognostico più forte. In totale, 22 pazienti hanno interrotto elettivamente la terapia in remissione completa con MRD negativa su BM dopo una mediana di 8 cicli, con una remissione persistente a 2 anni dall’ultima terapia dell’88%.
Conclusioni
Nei pazienti con AML con mutazione NPM1 che raggiungono la remissione con le terapie di combinazione a base di venetoclax, la MRD di NPM1 fornisce preziose informazioni prognostiche.