Numero speciale di "Impact Factor News” n° 2 - Aprile 2024
Introduzione
Circa il 30–40% dei pazienti con linfoma a grandi cellule B (LBCL) recidivato/refrattario (R/R) infuso con cellule T con recettore dell'antigene chimerico (CAR-T) mirate al CD19 ottiene risposte durature. Le linee guida di consenso suggeriscono di evitare la bendamustina prima dell'aferesi, ma mancano dati specifici in questo contesto. In questo lavoro vengono riportati i risultati ottenuti dopo la terapia con cellule CAR-T in base alla precedente esposizione a bendamustina.
Metodi
Lo studio ha incluso pazienti candidati a terapia cellulare con CAR-T provenienti da sette siti europei. La sicurezza, l’efficacia e la cinetica di espansione delle cellule CAR-T sono state analizzate in base all’esposizione alla bendamustina pre-aferesi. Sono stati condotti ulteriori studi sull’impatto del periodo di washout e della dose di bendamustina. Sono state effettuate analisi di ponderazione della probabilità inversa del trattamento (IPTW) e di corrispondenza del punteggio di propensione (PSM) per tutti i confronti di efficacia tra pazienti esposti a bendamustina e pazienti naïve.
Risultati
Lo studio ha incluso 439 pazienti con LBCL R/R infusi con cellule CAR-T commerciali mirate al CD19, di cui 80 avevano ricevuto bendamustina prima dell'aferesi. I pazienti esposti hanno avuto cellule CD3+ e piastrine significativamente più basse all'aferesi. Questi pazienti hanno avuto un tasso di risposta globale (ORR) più basso (53 vs 72%; p <0,01), una sopravvivenza libera da progressione (PFS) più breve (3,1 vs 6,2 mesi; p=0,04) e una sopravvivenza globale (OS) inferiore (10,3 vs 23,5 mesi; p=0,01) rispetto al gruppo naïve alla bendamustina. Seguendo i metodi di aggiustamento per le variabili di base, queste differenze sono state mitigate. Concentrandosi sull'impatto del washout con bendamustina prima dell'aferesi, i soggetti con esposizione recente (<9 mesi) (N=42) hanno mostrato un ORR inferiore (40 vs 72%; p <0,01), una PFS più breve (1,3 vs 6,2 mesi; p <0,01) e una OS inferiore (4,6 vs 23,5 mesi; p <0,01) rispetto ai pazienti naïve alla bendamustina. Queste differenze sono rimaste significative dopo l’analisi IPTW e PSM. Al contrario, la dose cumulativa di bendamustina prima dell’aferesi non ha influenzato i risultati di efficacia delle CAR-T.
Conclusioni
La recente esposizione a bendamustina prima dell’aferesi è stata associata a esiti negativi del trattamento dopo la terapia con cellule CAR-T mirate al CD19 e, pertanto, dovrebbe essere evitata nei candidati alla terapia con cellule CAR-T.