Introduzione
A seguito dell’impiego sempre più frequente della terapia cellulare nei linfomi B e nella leucemia linfoblastica acuta, il rischio di tumori secondari dopo la terapia con cellule T con recettore dell’antigene chimerico (CAR-T), in particolare il rischio di neoplasie delle cellule T correlate all’integrazione del vettore virale, sta divenendo una preoccupazione emergente.
Metodi
In questo lavoro gli autori hanno revisionato la loro esperienza clinica con la terapia cellulare adottiva con cellule CAR-T presso la loro istituzione dal 2016 a oggi e hanno accertato la comparsa di tumori secondari. In un caso di linfoma secondario a cellule T, è stata utilizzata un’ampia gamma di tecniche molecolari, genetiche e cellulari per studiare il profilo genico del tumore, delle cellule CAR-T e delle cellule ematopoietiche normali nel paziente. (Finanziato dal National Cancer Institute e altri).
Risultati
Nello studio sono stati inclusi 724 pazienti totali che avevano ricevuto terapie con cellule T presso il centro. Un linfoma letale a cellule T era identificato in un paziente che aveva ricevuto terapia con axicabtagene ciloleucel per linfoma diffuso a grandi cellule B ed entrambi i linfomi avevano un profilo approfondito. Ciascun linfoma aveva immunofenotipi e profili genomici molecolarmente distinti, ma entrambi erano positivi per il virus di Epstein-Barr ed erano associati all'ematopoiesi clonale mutante per DNMT3A e TET2. Non veniva trovata alcuna prova di integrazione retrovirale oncogenica con l'uso di più tecniche.
Conclusioni
Gli autori concludono che, sulla base dei risultati ottenuti dall’analisi della loro casistica, l’insorgenza di tumori secondari sia un evento raro. Inoltre, gli autori forniscono un quadro esaustivo e riproducibile per definire le relazioni clonali e il monitoraggio dei vettori virali.