Introduzione
Al momento non ci sono terapie approvate nel setting del mieloma smoldering ad alto rischio, nonostante vari trial abbiano dimostrato l’efficacia della lenalidomide nel rallentare o prevenire l’evoluzione a malattia sintomatica. In questo contesto, lo studio di fase 3 AQUILA ha dimostrato l’attività dell’anticorpo monoclonale anti-CD38 daratumumab nel prevenire l’evoluzione a malattia attiva e l’insorgenza di danno d’organo a essa correlato. I dati del trial sono stati recentemente presentati al congresso dell’American Society of Hematology (ASH) e sono in pubblicazione sul New England Journal of Medicine.
Metodi
Lo studio, di fase 3, ha randomizzato pazienti con mieloma multiplo (MM) smoldering ad alto rischio a ricevere monoterapia con daratumumab per via sottocutanea oppure monitoraggio attivo (standard of care). Il trattamento proseguiva per 39 cicli o per 36 mesi o fino alla conferma della progressione della malattia, a seconda dell'evento che si verificava per primo. L'endpoint primario era la sopravvivenza libera da progressione (PFS); un comitato di revisione indipendente ha valutato la progressione a MM attivo in conformità ai criteri dell’International Myeloma Working Group (IMWG).
Risultati
Tra i 390 pazienti arruolati, 194 sono stati assegnati al gruppo daratumumab e 196 al gruppo di monitoraggio attivo. A un follow-up mediano di 65,2 mesi, la PFS mediana non è stata raggiunta nel gruppo daratumumab ed era pari a 41,5 mesi nel gruppo di monitoraggio attivo. La proporzione di pazienti liberi da progressione a 5 anni era del 63,1% con daratumumab e del 40,8% con monitoraggio attivo, con una riduzione del rischio di progressione o morte del 51% con daratumumab (hazard ratio, HR 0,49; p <0,001) (Figura 1A).
Il beneficio clinico era mantenuto in tutti i sottogruppi ed era particolarmente significativo nei pazienti ad alto rischio secondo i criteri Mayo 2018 (HR 0,36; confidence interval [CI] 95%: 0,23–0,58). La sopravvivenza globale (OS) a 5 anni era del 93,0% con daratumumab e dell'86,9% con monitoraggio attivo (Figura 1B). Il profilo di sicurezza era favorevole; il trattamento non ha peggiorato la qualità di vita dei pazienti (trend a favore di un miglioramento della qualità di vita con terapia attiva). L'evento avverso di grado 3 o 4 più comune è stata l'ipertensione, che si è verificata nel 5,7% dei pazienti del gruppo daratumumab e nel 4,6% del gruppo di monitoraggio attivo. Come ci si aspettava, è stato registrato un incremento degli eventi infettivi con daratumumab ma si trattava di eventi reversibili. Gli eventi avversi hanno portato all'interruzione del trattamento nel 5,7% dei pazienti nel gruppo daratumumab e non sono stati identificati nuovi problemi di sicurezza.
Conclusioni
Nei pazienti con MM smoldering ad alto rischio, lo studio AQUILA evidenzia come la monoterapia con daratumumab sottocute si associ a un rischio significativamente inferiore di progressione a MM attivo o a morte e a una maggiore OS rispetto al monitoraggio attivo. Non sono stati identificati problemi di sicurezza inattesi. (Finanziato da Janssen Research and Development; AQUILA numero ClinicalTrials.gov, NCT03301220.)