Introduzione
Lo studio ALPINE ha stabilito la superiorità di zanubrutinib rispetto a ibrutinib nei pazienti con LLC/SLL R/R. In questo lavoro vengono presentati i dati dell'analisi comparativa finale, con follow-up esteso di quasi quattro anni.
Risultati
Nel complesso, 652 pazienti hanno ricevuto zanubrutinib (n=327) o ibrutinib (n=325). A un follow-up mediano complessivo di 42,5 mesi, il beneficio di sopravvivenza libera da progressione (PFS) con zanubrutinib rispetto a ibrutinib è stato sostenuto (hazard ratio HR, 0,68; confidence interval [CI] 95%: 0,54–0,84) (Figura 1A), confermandosi anche nei pazienti con mutazione del(17p)/TP53 (HR, 0,51; CI 95%: 0,33–0,78) e attraverso molteplici analisi di sensibilità (Figura 1B).
Il tasso di risposta obiettiva (ORR) è rimasto più alto con zanubrutinib rispetto a ibrutinib (85,6 contro 75,4%); le risposte si sono approfondite nel tempo, con tassi di risposta completa (CR)/CR con recupero incompleto del midollo osseo dell'11,6% (zanubrutinib) e del 7,7% (ibrutinib). Sebbene la sopravvivenza globale (OS) mediana non sia stata raggiunta in nessuno dei due gruppi di trattamento, sono morti meno pazienti trattati con zanubrutinib rispetto ai pazienti trattati con ibrutinib (HR, 0,77; CI 95%: 0,55–1,06). Con un tempo di esposizione mediano di 41,2 e 37,8 mesi, rispettivamente, nei bracci zanubrutinib e ibrutinib, gli eventi avversi non ematologici più comuni includevano l’infezione correlata a COVID-19 (46,0 contro 33,3%), la diarrea (18,8 contro 25,6%), l’infezione delle vie respiratorie superiori (29,3 contro 19,8%) e l’ipertensione (27,2 contro 25,3%). Gli eventi cardiaci erano inferiori con zanubrutinib (25,9 contro 35,5%), nonostante tassi simili di ipertensione. L'incidenza di fibrillazione/flutter atriale era inferiore con zanubrutinib rispetto a ibrutinib (7,1 contro 17,0%); non sono stati segnalati decessi cardiaci con zanubrutinib rispetto a sei decessi cardiaci con ibrutinib. Questa analisi, a 42,5 mesi di follow-up mediano, dimostra che zanubrutinib rimane più efficace di ibrutinib, con un profilo di sicurezza/tollerabilità complessivo migliorato. Questo studio è stato registrato su ClinicalTrials.gov (NCT03734016).
Conclusioni
Zanubrutinib ha mantenuto il beneficio in termini di PFS rispetto a ibrutinib; le analisi di sensibilità suggeriscono che ciò è stato determinato sia dall'effetto antileucemico, sia dalla tollerabilità. Zanubrutinib ha mantenuto un profilo di sicurezza/tollerabilità favorevole, con una prevalenza della maggior parte degli eventi avversi che è rimasta stabile o in calo anno dopo anno.