Numero speciale di "Impact Factor News” n° 1 - Aprile 2016
Bortezomib e desametasone è un’opzione di trattamento standard nel mieloma multiplo recidivato refrattario (MM rec/ref). La combinazione carfilzomib-desametasone ha mostrato un’attività promettente in questo setting di pazienti.
Lancet Oncology ha riportato i risultati dello studio di fase III disegnato per paragonare l’attività di carfilzomib-desametasone rispetto a bortezomib-desametasone in pazienti affetti da MM rec/ref che abbiano ricevuto da 1 a 3 trattamenti precedenti.
Metodi
Lo studio multicentrico, randomizzato, di fase III ha arruolato pazienti affetti da MM rec/ref con rapporto 1:1.
I pazienti erano stratificati in base al numero di trattamenti ricevuti precedentemente, all’ISS; in base alla pregressa esposizione a inibitori del proteasoma e alla modalità di somministrazione pianificata di bortezomib.
I pazienti venivano trattati con carfilzomib fino a progressione (20mg/m2 nei gg 1 e 2 del ciclo 1; 56 mg/m2 ai cicli successivi con tempo di infusione di 30 minuti) e desametasone 20 mg oppure con bortezomib (1,3 mg/m2; ev o sc) e desametasone 20 mg. L’endpoint primario era progression-free survival (PFS) in base all’intention to treat. Tutti i partecipanti che hanno ricevuto almeno una dose di farmaco sono stati inclusi nell’analisi di safety. Lo studio al momento della pubblicazione aveva completato l’arruolamento ma era ancora in corso, i dati pubblicati sono relativi all’analisi ad interim.
Risultati
Tra giugno 2012 e giugno 2014 sono stati arruolati 929 pazienti (464 nel gruppo carfilzomib e 465 nel gruppo bortezomib). Il follow-up mediano è di 11,9 mesi nel braccio carfilzomib e 11,1 nel braccio bortezomib.
Nel gruppo trattato con carfilzomib la PFS era superiore nei pazienti trattati con carfilzomib rispetto a bortezomib (18,7 versus 9,4 mesi, HR=0,53, 95% CI, 0,44–0,65).
La combinazione con carfilzomib si è dimostrata superiore rispetto alla combinazione con bortezomib anche riguardo agli endpoints secondari con il più alto tasso di risposta globale e i più bassi eventi di neuropatia. L'interruzione del trattamento per eventi avversi e la mortalità erano comparabili tra i due bracci.
I dati di sopravvivenza globale non sono ancora maturi e continuano a essere monitorati.
Conclusioni
La terapia con carfilzomib-desametasone è caratterizzata da un rapporto rischio beneficio favorevole rispetto al trattamento con bortezomib-desametasone, determinando un netto vantaggio in termini di PFS con un profilo di eventi avversi accettabile. Gli Autori concludono che il trattamento con carfilzomib-desametasone debba essere considerato come trattamento di scelta in tutti i pazienti affetti da MM rec/ref finora candidati a bortezomib-desametasone.