Numero speciale di "Impact Factor News” n° 1 - Aprile 2017
Introduzione
Il linfoma della zona marginale (MZL) è una patologia tumorale delle cellule B eterogenea per la quale non esiste un trattamento standard di riferimento. Il MZL è frequentemente associato a un’infezione cronica che potrebbe indurre un’attivazione costitutiva del recettore per le cellule B (BCR) con conseguente sopravvivenza e proliferazione aberranti delle cellule B.
In questo lavoro gli Autori riportano i risultati di uno studio di fase II multicentrico aperto condotto per valutare l’efficacia e la sicurezza di ibrutinib in pazienti affetti da MZL precedentemente trattati.
Pazienti e metodi
Lo studio permetteva l’inclusione di pazienti con MZL istologicamente confermato, indipendentemente dal sottotipo, che avessero ricevuto almeno una precedente linea di trattamento con regimi contenenti anticorpi monoclonali anti-CD20.
I pazienti venivano quindi avviati a terapia con ibrutinib 560 mg (4cpr/die) per os fino a progressione o a tossicità non accettabile. L’obiettivo principale dello studio era il rate di risposte globali valutato da una commissione di revisori indipendenti secondo i criteri IWG 2007.
Risultati
Nello studio sono stati arruolati 63 pazienti, l’età mediana era di 66 anni (range, 30-92). La media di linee di terapia precedenti è stata di 2 (range, 1-9), di questi il 63% aveva ricevuto almeno due linee di immunochemioterapia. I pazienti valutabili per l’obiettivo primario sono stati 60, il rate di risposte globali è stato del 48% (95% CI, 35-62). Con un follow-up mediano di 19,4 mesi, la durata mediana di risposta non è stata raggiunta (95% CI, 16,7-NE) con una PFS mediana di 14,2 mesi (95% CI, 8,3-NE). Per quanto concerne i dati di sicurezza, gli eventi avversi severi (grado ≥3) sono stati >5% e hanno incluso: anemia, polmoniti e astenia. Eventi avversi di qualunque grado si sono registrati nel 44% dei pazienti, con l’evento polmonite di grado 3-4 che si è dimostrato essere il più frequente (8%). La percentuale di pazienti che ha dovuto sospendere il farmaco o ridurne la dose per tossicità è stata rispettivamente del 17 e 10%.
Conclusioni
Ibrutinib come farmaco in monoterapia ha dimostrato di ottenere risposte durature a fronte di un profilo di tossicità accettabile in pazienti con MZL pretrattati, confermando in vivo il ruolo del pathway di BCR nella genesi della patologia. Vista la mancanza di standard terapeutici in questo sottogruppo di patologie linfoproliferative a cellule B, ibrutinib potrebbe rappresentare un’opzione terapeutica chemo-free per i pazienti affetti da MZL.
Sulla scorta dei dati di questo lavoro l‘Agenzia per il Farmaco Europea (EMEA) potrebbe registrare ibrutinib come trattamento per patologia orfana di terapia standard.