Numero speciale di "Impact Factor News” n° 1 - Aprile 2018
Introduzione
Lo studio ASPIRE ha posto a confronto carfilzomib, lenalidomide e desametasone (KRd) rispetto a lenalidomide desametasone (Rd) in pazienti con mieloma multiplo recidivato o refrattario. Erano già stati pubblicati i dati di efficacia in termini di progression-free survival (PFS) e di tasso di risposte complessive e remissioni complete, i ricercatori hanno ora pubblicato i dati dell’analisi prespecificata di sopravvivenza (OS) e di sicurezza. Lo studio ha raggiunto l’obiettivo chiave secondario della OS, dimostrando che l’aggiunta di carfilzomib a lenalidomide e desametasone (KRd) aumenta la sopravvivenza (hazard ratio – HR: 0,69; p <0,001).
Pazienti e metodi
Lo studio ha arruolato pazienti adulti affetti da mieloma multiplo recidivato/refrattario che avessero ricevuto da un minimo di una a un massimo di tre linee precedenti di terapia. I pazienti venivano randomizzati con rapporto 1:1 a ricevere KRd o Rd in cicli di 28 giorni, fino al ritiro del consenso, alla progressione di malattia o alla comparsa di tossicità inaccettabile. Dopo i primi 18 cicli, tutti i pazienti proseguivano con solo Rd. L'endpoint primario dello studio era la PFS; l’OS era un obiettivo secondario fondamentale dello studio.
Risultati
La OS mediana era di 48,3 mesi (IC 95%, 42,4–52,8 mesi) nel braccio KRd e di 40,4 mesi nel braccio Rd (IC 95%, 33,6–44,4 mesi) con una differenza complessiva di sopravvivenza di 7,9 mesi (HR +0,79, IC 95%, 0,67-0,95, p=0,0045) (Figura 1). Analizzando i pazienti in base al numero di linee terapeutiche precedentemente ricevute, la differenza nell’OS mediana tra KRd e Rd era di 11,4 mesi a vantaggio dei pazienti trattati con la tripletta in seconda linea di trattamento; nei pazienti che avevano ricevuto due linee precedenti di terapia la differenza era 6,5 mesi. Nell’analisi dei sottogruppi il vantaggio in OS in coloro che ricevevano KRd si confermava indipendentemente dall’età, dai farmaci ricevuti in precedenza e dalla precedente esecuzione del trapianto autologo.
Per quanto riguarda la tollerabilità del trattamento, il tasso di interruzione per eventi avversi (EA) è stato del 19,9% (KRd) e del 21,5% (Rd). Gli eventi avversi di grado ≥3 erano rispettivamente 87,0 e 83,3% con KRd e Rd. In Tabella 1 il dettaglio degli eventi avversi di grado ≥3 di maggior interesse.
Conclusioni
Gli Autori concludono che KRd ha dimostrato una riduzione statisticamente e clinicamente significativa del rischio di morte rispetto a Rd, migliorando la sopravvivenza di 7,9 mesi. Il vantaggio di efficacia di KRd è maggiore quando utilizzato in seconda linea rispetto alle linee successive di trattamento. Questi risultati convalidano l’utilizzo precoce di carfilzomib come terapia efficace alla prima ricaduta, indipendentemente dalla precedente esposizione a bortezomib o a trapianto.