Numero speciale di "Impact Factor News” n° 3 - Ottobre 2014
Introduzione
Bortezomib è un farmaco efficace nel trattamento della macroglobulinemia di Waldenström (WM) ma spesso produce neuropatie periferiche di grado severo. Carfilzomib è un inibitore del proteosoma che non presenta tra gli eventi avversi la neuropatia.
Pazienti e metodi
In questo lavoro gli Autori riportano la loro esperienza con l’utilizzo di carfilzomib, rituximab e desametasone (CaRD) in pazienti affetti da WM sintomatici e non trattati in precedenza con bortezomib e rituximab. Il protocollo di terapia prevede l’infusione di carfilzomib, 20 mg/m2 (ciclo 1) e 36 mg/m2 (cicli 2–6), con somministrazione endovenosa di desametasone 20 mg, nei giorni 1, 2, 8 e 9 e di rituximab 375 mg/m2, nei giorni 2 e 9 ogni 21 giorni per un totale di 8 settimane. Seguiva una terapia di mantenimento con carfilzomib ev 36 mg/m2, e desametasone 20 mg ev nei giorni 1 e 2 e di rituximab 375 mg/m2, al giorno 2 ogni 8 settimane per un totale di 8 cicli. Questo studio è registrato su ClinicalTrials.gov, numero NCT01470196.
Risultati
Il rate di risposte globali è stato di 87,1% (1 risposta completa, 10 risposte parziali molto buone, 10 risposte parziali e 6 risposte minime). L’ORR non è stato modificato dalla presenza di mutazioni a carico di MYD88L265P o CXCR4WHIM. Con un follow-up mediano di 15,4 mesi, 20 pazienti rimangono liberi da malattia (Figura 1). Per quanto concerne le tossicità di grado ≥2 esse hanno incluso: iperlipasemia asintomatica (41,9%), neutropenia reversibile (12,9%), cardiomiopatia in 1 paziente (3,2%) con fattori di rischio multipli e polineuropatia di grado 2 in 1 paziente (3,2%). Si sono inoltre registrati frequenti decrementi dei livelli sierici di IgA e IgG.
Conclusioni
Gli Autori concludono che CaRD rappresenta una nuova strategia terapeutica efficace grazie all’azione dell’inibitore del proteosoma ma scevra da neuropatia per pazienti affetti da MW.