Numero speciale di "Impact Factor News” n° 3 - Ottobre 2014
Introduzione
Lo studio FIRST (Frontline Investigation of Revlimid/dexamethasone versus Standard Thalidomide) è stato condotto per valutare l’efficacia di lenalidomide e desametasone somministrati continuativamente in pazienti di nuova diagnosi non eleggibili per età o comorbidità alla procedura trapiantologica. Il trattamento è stato posto a confronto con il classico MPT (melphalan-prednisone-talidomide). I risultati, presentati sul New England Journal of Medicine, confermano l’attività di lenalidomide ad assunzione continuativa.
Pazienti e metodi
Lo studio randomizzato, internazionale, multicentrico, ha incluso 1623 pazienti con nuova diagnosi di mieloma multiplo di età >65 anni o ≤65 anni ma non eleggibili a trapianto. Di questi, 535 pazienti sono stati trattati con cicli continuativi di lenalidomide e desametasone (LenDex lenalidomide 25 mg/die per 21 gg ogni 28 e desametasone 40 mg nei gg 1, 8, 15, 22) fino a progressione, 541 pazienti hanno ricevuto lo stesso trattamento per 18 cicli complessivi e 547 pazienti sono stati trattati con MPT (melphalan 0,25 mg/kg nei gg 1-4, prednisone 2 mg/kg nei gg 1-4 e talidomide 200 mg/die, cicli di 42 giorni) per 72 settimane.
L’endpoint primario dello studio era la PFS con LenDex continuativo rispetto a MPT.
Risultati
Il follow-up mediano è stato di 37 mesi.
La durata mediana del trattamento per braccio era la seguente: LenDex continuativo 18,4 mesi, LenDex 16,6 mesi, MPT 15,4 mesi.
Nei pazienti trattati con LenDex continuativo la durata mediana della PFS era significativamente maggiore rispetto agli altri 2 bracci: 25 mesi per i pazienti trattati con LenDex continuativo, 20,7 mesi con LenDex per 18 mesi e 21,2 mesi nel braccio MPT (HR per rischio di progressione o morte 0,72 per LenDex continuativo vs MPT e 0,70 per LenDex continuativo vs LenDex 18 mesi, p <0,001 per entrambi) (Figura 1).
Il trattamento con LenDex continuativo si è dimostrato superiore a MPT anche rispetto agli endpoints secondari di efficacia, compresa una tendenza al miglioramento della sopravvivenza globale (OS a 4 anni 59 vs 56% con LenDex 18 mesi vs 51% con MPT) seppur senza il raggiungimento della significatività statistica.
In merito alla sicurezza del trattamento, LenDex si caratterizzava per una minor tossicità ematologica e neurologica rispetto a MPT. Nel braccio LenDex si osservava un moderato incremento degli eventi infettivi.
Conclusioni
Nei pazienti anziani o non eleggibili a trapianto il trattamento continuativo con lenalidomide e desametasone si associa a un vantaggio in PFS rispetto al trattamento con MPT. L’analisi ad interim mostra inoltre una tendenza al miglioramento dell’OS, dato da confermare con un maggior follow-up. Gli Autori sottolineano il vantaggio del trattamento continuativo nei pazienti anziani e/o non candidabili a trapianto anche considerando il profilo di tossicità accettabile e la bassa incidenza di secondi tumori.