Numero speciale di "Impact Factor News” n° 4 - Ottobre 2018
Introduzione
Nei pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL) l’outcome dopo chemio-immunoterapia rimane eterogeneo e gli indicatori prognostici in uso non sono precisi nell’identificare i pazienti che non risponderanno al trattamento. Kurtz et al. hanno analizzato il valore prognostico del DNA tumorale circolante (ctDNA) prima e durante la terapia nel predire l’outcome nel DLBCL.
Metodi
È stata effettuata una analisi seriata del livello di ctDNA in 217 pazienti trattati in sei centri, suddivisi in un training set e in un set di validazione. Nel training set, per definire le riduzioni soglia associate a una risposta, sono state determinate le dinamiche di decremento del ctDNA in corso di terapia mediante deep sequencing con prelievi ravvicinati.
Queste soglie sono state valutate successivamente in due serie di convalida indipendenti. Infine, è stato valutato il valore prognostico di ctDNA nel contesto di fattori di rischio noti, tra cui l’Indice prognostico internazionale (IPI) e la PET.
Risultati
Prima della terapia, il ctDNA era rilevabile nel 98% dei pazienti; le concentrazioni di ctDNA pretrattamento erano prognostiche sia in prima linea sia nei pazienti candidati a terapia di salvataggio. Nel training set, i livelli di ctDNA cambiavano rapidamente, con una diminuzione di 2-log dopo un ciclo (risposta molecolare precoce [EMR]) e una diminuzione di 2,5 log dopo due cicli di terapia (risposta molecolare maggiore [MMR]). Nel primo set di convalida, i pazienti in prima linea in EMR o in MMR avevano un miglior outcome a 24 mesi (EMR: EFS, 83 vs 50%; p=0,0015; MMR: EFS 82 vs 46%; p <0,001) (Figura 1). L’EMR era predittivo di un migliore outcome a 24 mesi anche nei pazienti sottoposti a terapia di salvataggio (EFS 100 vs 13%; p=0,011). Il valore prognostico di EMR e MMR è stato ulteriormente confermato nel secondo set di convalida. Nell’analisi multivariata, in cui sono stati valutati anche l'indice prognostico internazionale e la PET, la risposta molecolare rimaneva un fattore prognostico indipendente per la PFS e l’OS.
Conclusioni
I livelli di ctDNA pretrattamento e le risposte molecolari hanno un importate valore prognostico nel DLBCL. Questi fattori di rischio potrebbero potenzialmente guidare futuri approcci terapeutici personalizzati orientati al rischio nel DLBCL.