Numero speciale di "Impact Factor News” n° 4 - Ottobre 2020
Introduzione
La trombocitemia essenziale (ET) è caratterizzata da disfunzioni della megacariopoiesi e da aumento del rischio trombotico. La trombosi, in particolare la trombosi arteriosa, è una delle principali cause di morbilità e mortalità nell'ET. I pazienti con la mutazione JAK2 V617F, gli individui più anziani e quelli con altri fattori di rischio cardiovascolare sono particolarmente a rischio. L'aspirina a basso dosaggio una volta al giorno è il regime antitrombotico raccomandato, ma la produzione accelerata di piastrine può ridurre la durata dell'inibizione della ciclossigenasi-1 (COX-1) piastrinica. La maggior parte dei pazienti con ET che sono stati trattati con aspirina a basso dosaggio una volta al giorno mostra un'inibizione piastrinica incompleta. La domanda più critica è se una migliore soppressione della sintesi di trombossano si traduca in un beneficio clinico. I risultati iniziali di questo studio randomizzato e in doppio cieco sui regimi di aspirina nella ET (ARES) sono un primo passo importante in questa direzione.
Metodi
Gli autori hanno eseguito uno studio multicentrico in doppio cieco per studiare l'efficacia di tre regimi di aspirina nell'ottimizzazione dell'inibizione della COX-1 piastrinica, preservando la tromboresistenza vascolare COX-2-dipendente. I pazienti trattati con aspirina cronica a basso dosaggio una volta al giorno (N=245) sono stati randomizzati (1:1:1) a ricevere 100 mg di aspirina una, due o tre volte al giorno per due settimane. Il trombossano sierico B2 (sTXB2), un biomarcatore convalidato dell'attività della COX-1 piastrinica (Figura 1), e l'escrezione del metabolita urinario della prostaciclina (PGIM) sono stati misurati alla randomizzazione e dopo due settimane, rispettivamente come endpoint surrogati primari di efficacia e sicurezza. Sono stati studiati anche l'escrezione del metabolita urinario TX (TXM), la tolleranza gastrointestinale e i sintomi correlati a ET. (EudraCT 2016-002885-30).
Risultati
I pazienti valutabili assegnati ai regimi due e tre volte al giorno hanno mostrato una variabilità interindividuale sostanzialmente ridotta e valori mediani (intervallo interquartile), inferiori per sTXB2 (ng/mL) rispetto al braccio una volta al giorno: 4 (2,1–6,7; N=79), 2,5 (1,4–5,65; N=79) e 19,3 (9,7–40; N=85), rispettivamente. Il PGIM urinario era paragonabile nei tre bracci. Il TXM urinario è stato ridotto del 35% in entrambi i bracci sperimentali. I pazienti nel braccio tre volte al giorno hanno riportato un punteggio più alto di disturbi gastroenterici.
Conclusioni
Il regime di aspirina attualmente raccomandato da 75 a 100 una volta al giorno per la profilassi cardiovascolare sembra essere ampiamente inadeguato nel ridurre l'attivazione piastrinica nella stragrande maggioranza dei pazienti con ET. Con questi risultati gli autori concludono che l’attività antiaggregante dell'aspirina a basse dosi può essere notevolmente migliorata abbreviando l'intervallo di somministrazione a 12 ore, senza alcun incremento significativo di eventi avversi.