Numero speciale di "Impact Factor News” n° 4 - Ottobre 2021
Introduzione
La leucemia a cellule capellute (HCL) è un tumore a cellule B indolente CD20+ in cui una mutazione attivante la chinasi BRAF V600E svolge un ruolo nella patogenesi. Negli studi clinici che hanno coinvolto pazienti con HCL recidivata/refrattaria (R/R), il targeting di BRAF V600E con l'inibitore di BRAF orale vemurafenib ha portato a una risposta nel 91% dei pazienti, di cui il 35% ha avuto una risposta completa (CR). Tuttavia, la relapse-free survival (RFS) mediana è stata di soli nove mesi dopo l'interruzione del trattamento.
Metodi
In uno studio accademico di fase II, monocentrico, che ha coinvolto pazienti con HCL R/R, sono state valutate la sicurezza e l'efficacia di vemurafenib (960 mg, somministrato due volte/die per otto settimane) più rituximab concomitante e sequenziale (dose standard 375 mg/m2, somministrato per otto dosi in un periodo di 18 settimane). L'endpoint primario era una CR alla fine del trattamento pianificato.
Risultati
Tra i 30 pazienti arruolati con HCL, il numero mediano di precedenti terapie era tre. È stata osservata una CR in 26 pazienti (87%) nella popolazione intention-to-treat. Tutti i pazienti con HCL refrattario alla chemioterapia (10) o a rituximab (5) e tutti quelli che erano stati precedentemente trattati con inibitori di BRAF (7) hanno avuto una CR. La trombocitopenia si è risolta dopo una mediana di due settimane e la neutropenia dopo una mediana di quattro settimane. Dei 26 pazienti con una CR, 17 (65%) hanno presentato la negativizzazione della malattia minima residua (MRD). La progression-free survival (PFS) tra tutti i 30 pazienti è stata del 78% a un follow-up mediano di 37 mesi; la RFS tra i 26 pazienti con una CR è stata dell'85% a un follow-up mediano di 34 mesi. Nelle analisi post-hoc, la negatività della MRD e nessun precedente trattamento con inibitori di BRAF erano correlati a una RFS più lunga. Gli effetti tossici, per lo più di grado 1 o 2, erano quelli che erano stati precedentemente osservati per questi agenti nei precedenti trial o in real life.
Conclusioni
Gli autori concludono che in questo studio, seppur numericamente esiguo, l’associazione di vemurafenib più rituximab con un programma di somministrazione ridotto nel tempo (quattro mesi) è stato associato a una CR durevole nella maggior parte dei pazienti con HCL R/R. (Finanziato dal Consiglio europeo della ricerca e altri; HCL-PG03 numero EudraCT, 2014 -003046-27).