Numero speciale di "Impact Factor News” n° 4 - Ottobre 2022
Introduzione
Nonostante gli importanti miglioramenti terapeutici degli ultimi anni, mancano terapie efficaci per i pazienti con mieloma multiplo recidivato/refrattario (MMRR) dopo trattamento con agenti immunomodulatori, inibitori del proteasoma e anticorpi anti-CD38. Teclistamab - un anticorpo bispecifico che direziona le cellule T diretto contro CD3, espresso sulla superficie dei linfociti T, e contro l’antigene di maturazione delle cellule B (BCMA), espresso sulle cellule di mieloma - ha mostrato un'efficacia promettente nello studio di fase I-II.
Metodi
Lo studio di fase I-II ha valutato l’efficacia e la sicurezza di teclistamab nei pazienti affetti da MMRR ad almeno tre linee di terapia che comprendessero un immunomodulatore, un inibitore del proteasoma e un anticorpo anti-CD38. Lo studio ha arruolato 165 pazienti adulti, di cui tutti hanno ricevuto iniezioni sottocutanee di teclistamab, una volta alla settimana, alla dose di 1,5 mg/kg dopo aver ricevuto dosi incrementali di 0,06 mg/kg e 0,3 mg/kg, rispettivamente. L’overall response rate (ORR), definito come risposta parziale (PR) o risposta superiore alla PR secondo i criteri dell’International Myeloma Working Group (IMWG), era l’endpoint primario del trial.
Risultati
Lo studio ha arruolato 165 pazienti, 77,6% dei quali erano refrattari a tre classi di farmaci. Per quanto riguarda l’efficacia, con follow-up mediano di 14,1 mesi, due terzi dei pazienti hanno ottenuto una risposta parziale molto buona (VGPR) e più di un terzo dei pazienti in studio ha ottenuto una risposta completa (CR), nonostante la precedente esposizione a un ampio numero di trattamenti (mediana di cinque linee di terapia) (Figura 1).
La valutazione della malattia minima residua (MRD) è risultata negativa in 44 pazienti (26,7%), mentre nel gruppo di pazienti in CR o stringent CR il tasso di negatività della MRD era del 46%. Le risposte ottenute sono state profonde e durature nel tempo, con una mediana di durata della risposta di 18,4 mesi (confidence interval, CI 95%: 14,9–non stimabile). La sopravvivenza libera da progressione (PFS) mediana era di 11,3 mesi (CI 95%: 8,8–17,1) (Figura 2).
Per quanto riguarda la tollerabilità, la sindrome da rilascio di citochine (CRS) si è verificata nella maggior parte dei pazienti (qualsiasi grado 72,1%; grado G3 0,6%; grado G4 0%). Gli altri eventi avversi riscontrati frequentemente erano di natura ematologica (neutropenia 70,9%, anemia 52,1% e trombocitopenia 40,4%) o infettiva (76,4%; grado G3 o G4 44,8%). Per quanto riguarda la neurotossicità sono stati registrati eventi in 24 pazienti (14.5%), 5 dei quali sono stati classificati come immune effector cell–associated neurotoxicity syndrome (ICANS) (3%, tutte di grado 1 o 2). Più di metà dei pazienti hanno saltato una dose a causa di eventi avversi.
Conclusioni
Gli autori concludono che, nei pazienti con MMRR esposti a tre classi di farmaci, il trattamento con teclistamab sottocute una volta alla settimana è in grado di indurre un alto tasso di risposte profonde e durature a fronte di eventi avversi frequenti ma di basso grado e gestibili, rendendo questo anticorpo bispecifico un’importante opzione terapeutica per un numero significativo di pazienti.