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aprile 2024 Articolo precedente Articolo successivo
Leypoldt LB, et al. J Clin Oncol 2024; 42: 26–37
Abstract
Full-text
Isatuximab, carfilzomib, lenalidomide e desametasone nel mieloma multiplo ad alto rischio: i risultati dello studio GMMG-CONCEPT

Introduzione

Il trattamento con isatuximab, carfilzomib, lenalidomide e desametasone (Isa-KRd) in induzione e in consolidamento seguito dal mantenimento con isatuximab, carfilzomib, lenalidomide (Isa-KR) ha ottenuto tassi elevati di remissione e anche negativizzazione di lunga durata della malattia residua misurabile (MRD) nella complessa popolazione dei pazienti con mieloma multiplo di nuova diagnosi ad alto rischio (HRNDMM), secondo i dati dell’analisi ad interim dello studio GMMG-CONCEPT. I dati pubblicati sul Journal of Clinical Oncology riguardano sia i pazienti eleggibili al trapianto (TE), sia quelli non eleggibili (non TE).

Metodi

Lo studio accademico, multicentrico, di fase II ha arruolato pazienti con HRNDMM, definiti come rischio dell’International Staging System (ISS) II o III in concomitanza con la presenza di almeno un’alterazione citogenetica ad alto rischio [del17p, t(4;14), t(14;16) o più di 3 copie 1q2]. I pazienti sono stati trattati con la quadrupletta Isa-KRd in induzione/consolidamento e hanno proseguito con Isa-KR nella fase di mantenimento. I pazienti TE hanno ricevuto melfalan ad alte dosi, i pazienti non-TE hanno ricevuto due ulteriori cicli isa-KRd post-induzione. La presente analisi ad interim pre-pianificata riporta l’endpoint primario, ovvero la negatività della MRD (<10-5, next-generation flow), alla fine del consolidamento. L'endpoint secondario dello studio è stata la sopravvivenza libera da progressione (PFS).

Risultati

Lo studio ha arruolato 125 pazienti con HRNDMM (99 pazienti TE e 26 non TE secondo l’intention-to-treat), con un’età mediana di 58 anni nel gruppo dei pazienti TE e di 74 anni per i non TE. L’alterazione citogenetica più comune è stat a la del17p (TE, 44,4%; non TE, 42,3%); circa un terzo dei pazienti TE/non TE valutabili hanno avuto due o più aberrazioni citogenetiche ad alto rischio (HRCA), rispettivamente. Lo studio ha raggiunto il suo endpoint primario, con tassi di negatività della MRD dopo il consolidamento del 67,7% (TE) e del 54,2% (non TE) dei pazienti. Inoltre, 81 dei 99 pazienti TE hanno raggiunto la negatività della MRD in qualsiasi momento (81,8%). La negatività della MRD è stata mantenuta per ≥1 anno (sustained MRD) nel 62,6% dei pazienti (62,6% nei TE e 46,2% nei non TE, rispettivamente). La PFS mediana non è stata raggiunta in nessuno dei due bracci, con un follow-up mediano di 44 mesi (TE) e 33 mesi (non TE). Nel gruppo TE, i tassi di PFS a 1, 2 e 3 anni sono stati rispettivamente del 86,4, 78,3 e 68,9%; nel gruppo dei non TE, i tassi di PFS sono stati del 75,1, 62,6 e 58,4% (Figura 1). 

Curve di PFS

Nella popolazione complessiva, gli eventi avversi più comuni di grado ≥3 sono stati di tipo ematologico: neutropenia (37, 39 e 28% nei gruppi TE e non TE, rispettivamente), trombocitopenia (25, 27 e 16%) e leucopenia (21, 25 e 4%). Le infezioni, principalmente respiratorie, hanno costituito la tossicità non ematologica di grado ≥ 3 più comune (28, 28 e 28%). Per quanto riguarda la tossicità cardiaca di grado ≥ 3, si è verificata nell’1,2% dei pazienti TE e nel 20% dei pazienti non TE. Gli eventi avversi correlati al trattamento hanno portato alla sospensione della terapia in tre pazienti in ciascun gruppo.

Conclusioni

Gli autori sottolineano come il trattamento con Isa-KRd consenta di ottenere alti tassi di negatività della MRD e della sustained MRD nella difficile popolazione dei pazienti HRNDMM, indipendentemente dall’eleggibilità al trapianto, traducendosi in una PFS mediana non ancora raggiunta dopo 44 e 33 mesi di follow-up.

 

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Impact factor news: ISSN 2611-0067 (Online)
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