Introduzione
Il CD20 è un bersaglio terapeutico stabilito nelle neoplasie delle cellule B. L'anticorpo bispecifico CD20×CD3 mosunetuzumab ha un'efficacia significativa nei linfomi non Hodgkin (NHL) a cellule B.
Metodi
Poiché la perdita dell’antigene bersaglio è un meccanismo riconosciuto di resistenza, è stata valutata l’espressione di CD20 rispetto alla risposta clinica in pazienti con NHL recidivato e/o refrattario (R/R) nello studio di fase 1/2 GO29781, che studiava la monoterapia con mosunetuzumab. Il CD20 è stato studiato utilizzando l'immunoistochimica (IHC), il sequenziamento dell'RNA e il sequenziamento dell'intero esoma eseguiti centralmente in campioni bioptici raccolti prima del trattamento alla pre-dose, durante il trattamento o in seguito alla progressione. Questo studio è stato registrato su ClinicalTrials.gov come NCT02500407.
Risultati
Prima del trattamento, la maggior parte dei pazienti ha presentato un’elevata percentuale di cellule tumorali che esprimevano CD20; tuttavia, in 16 pazienti su 293 (5,5%) la proporzione è stata <10%. Le analisi di campioni bioptici accoppiati di pazienti in trattamento hanno rivelato che i livelli di CD20 sono stati mantenuti in 29 pazienti su 30 (97%) rispetto al momento della progressione, dove la perdita di CD20 è stata osservata in 11 pazienti su 32 (34%) (Figura 1).
La ridotta trascrizione o l'acquisizione di mutazioni troncanti spiega la maggior parte ma non tutti i casi di perdita di CD20. Le analisi in vitro di caratterizzazione di espressione hanno confermato gli effetti delle varianti CD20 identificate nei campioni clinici sulla riduzione dell'espressione di CD20 e sulle mutazioni nonsenso nel dominio extracellulare, che potrebbero bloccare il legame di mosunetuzumab.
Conclusioni
Gli autori affermano che questo studio amplia le conoscenze sulla perdita dell'antigene bersaglio dopo terapie anti-CD20, includendo anticorpi bispecifici mirati al CD20, e chiarisce i meccanismi di ridotta espressione di CD20 alla progressione della malattia che possono essere generalizzabili ad altri agenti mirati anti-CD20. Questi risultati confermano anche l'utilità della colorazione IHC prontamente disponibile per CD20 come strumento informativo per le decisioni cliniche in merito all’appropriatezza del trattamento in quel preciso momento.