Numero speciale di "Impact Factor News” n° 1 - Aprile 2015
Background
Nella leucemia linfoblastica a precursori B il CD19 è omogeneamente espresso. Topp e colleghi hanno pubblicato i risultati di uno studio di fase II, multicentrico condotto con l’intento di valutare l’attività e l’efficacia dell’anticorpo bispecifico blinatumomab, diretto contro l’antigene CD19 e contro il CD3, nei pazienti affetti da leucemia linfoblastica B recidivante refrattaria (ALL r/r).
Metodi
Lo studio ha arruolato 189 pazienti affetti da ALL r/r (recidiva entro 12 mesi dalla prima remissione, recidiva entro 12 mesi dal trapianto allogenico, malattie refrattarie o recidive dopo una o più terapie di salvataggio).
Blinatumomab veniva somministrato al dosaggio di 9 μg/die per i primi 7 giorni e 28 μg/die a seguire, in infusione continua per 4 settimane ogni 6 settimane fino a un massimo di 5 cicli.
L’endpoint primario era il tasso di remissioni complete (CR) o di CR con recupero emopoietico parziale (CRh) entro i primi due cicli. L’analisi statistica è stata condotta in base all’intention to treat.
Risultati
Dopo due cicli 81/189 pazienti erano in CR o CRh (43%, 95% CI 36–50), di questi 63 (33%) erano in CR e 18 (10%) in CRh. Non si è osservata una differenza del tasso di CR e CRh nei pazienti precedentemente sottoposti a trapianto allogenico.
Trentadue (40%) fra i pazienti responsivi sono stati sottoposti a trapianto allogenico.
La sopravvivenza globale mediana della popolazione in studio era di 6,1 mesi (95% IC 4,2–7,5) con un follow-up mediano di 9,8 mesi (6–12,9 mesi).
Gli eventi avversi di grado 3-4 più frequenti sono stati: la neutropenia febbrile (48 pazienti, 25%), la neutropenia (30 pazienti, 16%) e l’anemia (27 pazienti, 14%). In 3 (2%) pazienti si è verificata una sindrome da rilascio citochinico di grado 3. Gli eventi avversi neurologici di grado 3 e 4 si sono verificati rispettivamente in 20 (11%) e in 4 (2%) pazienti. Tre pazienti sono deceduti per eventi infettivi considerati correlati al trattamento a giudizio degli sperimentatori.
Conclusioni
Gli Autori concludono che blinatumomab in monoterapia è attivo nei pazienti con leucemia linfoblastica a prognosi sfavorevole, compresi i pazienti precedentemente sottoposti a trapianto allogenico. Blinatumomab si propone come un nuovo trattamento per la leucemia linfoblastica, ulteriori studi in corso potranno meglio definirne il setting di utilizzo.