Numero speciale di "Impact Factor News” n° 1 - Aprile 2019
Introduzione
CPX-351 è una formulazione liposomiale di daunorubicina (DNR) e citarabina (ARA-C) co-incapsulate con rapporto molare 1:5 tra i due farmaci. Un precedente studio di fase 2 ha dimostrato che il trattamento con CPX-351 conferisce un vantaggio in termini di tasso di remissione completa e di sopravvivenza globale rispetto alla chemioterapia standard con citarabina e daunorubicina (regime 7 + 3) nei pazienti anziani affetti da leucemia mieloide acuta secondaria non pretrattata (sAML) (Blood 2014; 123: 3239–3246). Su JCO sono stati recentemente pubblicati i risultati favorevoli dello studio di fase 3 nello stesso tipo di pazienti.
Metodi
Lo studio di fase 3 open-label ha randomizzato 309 pazienti di età compresa tra 60 e 75 anni con una nuova diagnosi di sAML a ricevere da uno a due cicli di induzione con CPX-351 (153 pazienti) o 7+3 (156 pazienti) seguiti dal consolidamento della terapia con un regime analogo. I pazienti potevano fare fino a due cicli di induzione e due cicli di consolidamento in ciascun braccio.
L'endpoint primario dello studio era la sopravvivenza globale (OS).
Risultati
CPX-351 ha migliorato significativamente l’OS rispetto al trattamento standard ottenendo una OS mediana di 9,56 mesi vs i 5,95 del 7+3 (HR 0,69; 95% CI, 0,52–0,90; p=0,003) (Figura 1 A). Anche il tasso di risposta globale (ORR) era significativamente più alto nel braccio CPX-351, con un ORR del 47,7 vs 33,3% (p= 0,016) e un tasso di remissioni complete rispettivamente del 38 vs il 26%.
Per quanto riguarda l’accesso al trapianto allogenico, 52 pazienti sono stati sottoposti a trapianto nel braccio CPX-351 (34%) e 39 pazienti nel braccio 7+3 (25%). I pazienti del braccio sperimentale mantenevano un miglior outcome in termini di sopravvivenza anche dopo trapianto.
Gli eventi avversi registrati erano in linea con la tossicità nota della chemioterapia standard. L'incidenza di eventi avversi non ematologici è stata comparabile tra i due bracci, nonostante una durata del trattamento più lunga e un tempo prolungato per il recupero della conta di neutrofili e piastrine con CPX-351. Gli eventi avversi più frequenti di grado 3-5 sono sati la neutropenia febbrile (68 vs 70,9%) e le infezioni respiratorie (19,6 vs 14,6%).
Il tasso di mortalità complessiva a 30 giorni con CPX-351 e 7+3 era rispettivamente 5,9 e 10,6% (p=0,149) fino al giorno 30 e 13,7 e 21,2% (p=0,097) fino al giorno 60.
Conclusioni
Lo studio dimostra un miglioramento della OS, dell’event-free survival (EFS) e del tasso di risposte complete con CPX-351 rispetto al trattamento convenzionale 7+3, senza che ci siano differenza significative nel profilo di sicurezza. Il trattamento garantisce l’accesso al trapianto a un maggior numero di pazienti.