Numero speciale di "Impact Factor News” n° 1 - Aprile 2019
Introduzione
Ibrutinib è stato approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) per il trattamento di pazienti con leucemia linfocitica cronica (LLC) in prima linea dal 2016, lo standard in prima linea è oggi rappresentato dalla chemioimmunoterapia. Gli Sperimentatori hanno quindi condotto uno studio di fase 3 per valutare l'efficacia di ibrutinib, da solo o in combinazione con rituximab, rispetto alla chemioimmunoterapia per sondare un nuovo standard di trattamento per il paziente definito anziano ossia con età >65 anni.
Metodi
Nello studio sono stati arruolati pazienti di età pari o superiore a 65 anni con LLC naïve che sono stati assegnati in modo casuale a ricevere bendamustina-rituximab, ibrutinib o ibrutinib-rituximab. L'endpoint primario era la sopravvivenza libera da progressione (PFS). Il comitato di monitoraggio dei dati e della sicurezza (Alliance Data and Safety Monitoring Board) ha preso la decisione di rilasciare i dati dopo che è stata raggiunta la soglia di efficacia specificata dal protocollo.
Risultati
Un totale di 183 pazienti è stato assegnato a ricevere bendamustina-rituximab, 182 a ricevere ibrutinib e 182 a ricevere ibrutinib-rituximab. La PFS è stata raggiunta solo con bendamustina-rituximab. La percentuale stimata di pazienti con PFS a due anni era del 74% con bendamustina-rituximab, mentre con il solo ibrutinib era pari all'87%, (HR per progressione di malattia o per morte, 0,39; 95% CI, 0,26–0,58; p <0,001) e con ibrutinib-rituximab era pari all'88% (HR, 0,38, 95% CI, 0,25–0,59; p <0,001). Non vi è stata alcuna differenza significativa tra il gruppo di ibrutinib-rituximab e il gruppo di ibrutinib per quanto riguarda la PFS (HR, 1,00, 95% CI, 0,62–1,62, p=0,49). Con un follow-up mediano di 38 mesi, non vi era alcuna differenza significativa tra i tre gruppi di trattamento per quanto riguarda la sopravvivenza globale. Il tasso di eventi avversi ematologici di grado 3, 4 o 5 era più alto con bendamustina-rituximab (61%) che con ibrutinib o ibrutinib-rituximab (41 e 39%, rispettivamente), mentre il tasso di eventi avversi di grado 3, 4 o 5 non ematologici era più basso con bendamustina-rituximab (63%) rispetto ai regimi contenenti ibrutinib (74% con ciascun regime).
Conclusioni
Gli Autori concludono che nei pazienti con età >65 anni affetti da LLC naïve, il trattamento con ibrutinib si è dimostrato superiore al trattamento con bendamustina-rituximab in relazione alla PFS. Non è stata osservata una differenza statisticamente significativa tra ibrutinib e ibrutinib-rituximab per quanto riguarda la PFS (Studio registrato su ClinicalTrials.gov numero NCT01886872.)