Numero speciale di "Impact Factor News” n° 1 - Aprile 2021
Introduzione
Sebbene la chemioterapia di induzione porti alla remissione molti pazienti anziani con leucemia mieloide acuta (AML), la ricaduta è comune con conseguente limitazione dell’overall survival (OS), soprattutto negli anziani non candidabili a trapianto di cellule staminali. In questo setting di pazienti lo studio QUAZAR AML-001 ha testato l’efficacia di azacitidina orale (CC-486, un agente ipometilante non bioequivalente all'azacitidina iniettabile), somministrata come terapia di mantenimento.
Metodi
Lo studio di fase III, multicentrico internazionale, ha randomizzato in doppio cieco pazienti di età ≥55 anni, in prima remissione completa (con o senza recupero ematologico completo) dopo chemioterapia intensiva e non candidabili a trapianto di cellule staminali e con caratteristiche citogenetiche determinanti un rischio intermedio o elevato di progressione, a ricevere CC-486 (azacitidina orale 300 mg) o placebo. Il farmaco/placebo veniva assunto una volta/die per 14 giorni per ciclo di 28 giorni. L'endpoint primario dello studio era l’OS. Gli endpoints secondari includevano la relapse-free survival (RFS) e la qualità di vita correlata alla salute.
Risultati
Sono stati randomizzati un totale di 472 pazienti con un’età media di 68 anni (range 55–86): 238 sono stati assegnati al gruppo CC-486 e 234 sono stati assegnati al gruppo placebo. La durata mediana del trattamento era 11,4 mesi con CC-486 e 6,1 mesi con placebo. L’OS mediana dal momento della randomizzazione era significativamente più lunga con CC-486 che con placebo (24,7 vs 14,8 mesi; p <0,001) con una riduzione del 31% del rischio di morte nel braccio trattato con l’agente ipometilante (hazard ratio, HR: 0,69; 95% confidence interval, CI: 0,55–0,86; p=0,0009) (Figura 1A). Anche la RFS mediana è stata significativamente più lunga con CC-486 rispetto a placebo (10,2 vs 4,8 mesi; p <0,001) (Figura 1B). I vantaggi di CC-486 rispetto all’OS e alla RFS si confermavano nella maggior parte dei sottogruppi prognostici valutati all’esordio (Figura 2). In entrambi i gruppi gli eventi avversi più comuni sono stati eventi gastrointestinali di grado 1 o 2. Gli eventi avversi di grado 3 o 4 più frequenti sono stati la neutropenia (nel 41% dei pazienti del gruppo CC-486 e nel 24% dei pazienti del gruppo placebo) e la trombocitopenia (22 e 21%, rispettivamente). Solo l’1% dei pazienti del gruppo CC-486 ha interrotto la terapia per gli eventi avversi ematologici. I parametri complessivi di qualità di vita legata alla salute si sono mantenuti stabili durante il trattamento con CC-486.
Conclusioni
La terapia di mantenimento con CC-486 ha determinato un incremento della RFS rispetto a placebo nei pazienti anziani affetti da AML in remissione dopo la chemioterapia intensiva e non candidabili a trapianto di cellule staminali. Il beneficio clinico si è inoltre associato alla stabilità dei parametri complessivi di qualità di vita legati alla salute e a un basso tasso di sospensione del trattamento per eventi avversi.