Numero speciale di "Impact Factor News” n° 1 - Aprile 2021
Introduzione
Il motivo che ha spinto i ricercatori a questo mastodontico lavoro di metanalisi era la non chiara identificazione fino a questo momento delle reali cause di mortalità nei pazienti affetti da linfoma di Hodgkin classico (cHL) trattati durante un'era caratterizzata, negli Stati Uniti, dall'uso diffuso di doxorubicina, bleomicina, vinblastina e dacarbazina, e dal ridotto utilizzo della radioterapia.
Metodi
Ai fini dell’analisi sono stati identificati 20.007 individui con diagnosi di cHL di stadio I/II (precoce) o III/IV (avanzato), di età compresa tra 20 e 74 anni, trattati con chemioterapia di prima linea nei registri dei tumori basati sulla popolazione degli Stati Uniti durante il periodo 2000–2015 (follow-up fino al 2016). Gli sperimentatori hanno utilizzato i rapporti di mortalità standardizzati (SMR) per confrontare il rischio di mortalità relativa specifica per la causa in seguito a cHL con quello previsto nella popolazione generale, e i rischi assoluti stimati in eccesso (EAR; per 10.000 anni-paziente) per quantificare il carico di morte specifico per malattia.
Risultati
Sono stati identificati 3380 decessi nella coorte cHL, di cui 1321 (39%) non attribuiti a linfoma. Complessivamente, gli SMR non dovuti a tumore sono aumentati di 2,4 volte (95% confidence interval, CI: 2,2– 2,6; osservati: 559; EAR: 61,6) e 1,6 volte (95% CI: 1,4–1,7; osservati: 473; EAR: 18,2) per cHL allo stadio iniziale, rispettivamente, rispetto alla popolazione generale degli Stati Uniti. Gli SMR e gli EAR differivano sostanzialmente in base alla causa di morte e allo stadio di cHL. Tra gli EAR più alti per cause di morte non dovute a tumore venivano registrati quelli per malattie cardiache (EAR: 15,1; SMR: 2,1), infezioni (EAR: 10,6; SMR: 3,9), malattia polmonare interstiziale (ILD) (EAR: 9,7; SMR: 22,1), ed eventi avversi (EA) correlati a farmaci (EAR: 7,4; SMR: 5,0) dopo cHL in stadio avanzato e malattie cardiache (EAR: 6,6; SMR: 1,7), ILD (EAR: 3,7; SMR: 13,1) e infezioni (EAR: 3,1; SMR: 2,2) dopo cHL in fase iniziale. Sono stati osservati SMR sorprendentemente elevati per ILD, infezioni ed eventi avversi inferiori a un anno dopo cHL. Gli individui di età compresa tra 60 e 74 anni con cHL in stadio avanzato hanno sperimentato un eccesso sproporzionato di decessi a causa di malattie cardiache, ILD, infezioni e tumori solidi.
Conclusioni
Nonostante l'evoluzione degli approcci terapeutici per il cHL, i pazienti continuano a presentare un aumentato rischio di mortalità non linfoma-correlato, ma causato da molteplici morbidità potenzialmente prevenibili (Figura 1). Sorveglianza, interventi precoci e perfezionamenti del trattamento del cHL possono influenzare favorevolmente la longevità dei pazienti, in particolare tra i sottogruppi ad alto rischio che vanno quindi identificati e candidati a percorsi diagnostici dedicati.