Numero speciale di "Impact Factor News” n° 1 - Aprile 2022
Introduzione
L'uso di rituximab per il trattamento di mantenimento (RM) si basa su una dimostrazione formale della sua capacità di ridurre il rischio di progressione di linfoma follicolare (FL) rispetto alla sola osservazione. La tomografia a emissione di positroni con fluorodesossiglucosio (FDG-PET) è ora la tecnica consigliata per definire la risposta di fine induzione sulla base di criteri internazionali. La negatività della malattia minima residua (MRD) nel midollo osseo e nel sangue periferico è stata fortemente associata a un ridotto rischio di recidiva e la ricomparsa della MRD durante il follow-up può anticipare la progressione clinica. Un trattamento personalizzato sulla base della stratificazione del rischio può aiutare i pazienti più suscettibili a eventi di progressione e morte prematura. In questo lavoro, gli autori riportano i risultati a lungo termine, analizzati dopo un follow-up mediano di 50 mesi, dello studio FOLL12, che ha confrontato due anni di RM con un approccio di post-induzione adattato alla risposta in pazienti con FL che hanno risposto all'immunochemioterapia di induzione.
Metodi
Sono stati randomizzati pazienti con LF in stadio avanzato, ad alta carica tumorale e naïve al trattamento a ricevere RM standard o un approccio di post-induzione adattato alla risposta sulla base della risposta metabolica con FDG-PET e della valutazione molecolare della MRD. Il braccio sperimentale ha utilizzato tre tipi di terapie di post-induzione: per la risposta metabolica completa (CMR) e per i pazienti MRD-negativi, l'osservazione; per i pazienti CMR e MRD-positivi (fine dell'induzione o follow-up), quattro dosi di rituximab (una a settimana, massimo tre cicli) fino a ottenimento di negatività MRD; per i pazienti che non hanno ottenuto una CMR, una dose di ibritumomab tiuxetan seguita da RM standard (Figura 1). Il disegno dello studio è stato di non inferiorità e si poneva come obiettivo principale la sopravvivenza libera da progressione (PFS).
Risultati
Complessivamente, sono stati randomizzati 807 pazienti. Dopo un follow-up mediano di 53 mesi (range 1–92 mesi), i pazienti nel braccio standard avevano una PFS significativamente migliore rispetto a quelli nel braccio sperimentale (PFS a tre anni 86 vs 72%; p <0,001). La migliore PFS del braccio standard rispetto a quello sperimentale è stata confermata in tutti i sottogruppi di studio ad eccezione dei pazienti non CMR (n=65; p=0,274) (Figura 2). La sopravvivenza globale a tre anni è stata del 98% (95% confidence interval, CI: 96–99) e del 97% (95% CI: 95–99), rispettivamente nel braccio di riferimento e in quello sperimentale (p=0,238).
Conclusioni
In conclusione, una terapia metabolica e molecolare adattata alla risposta valutata nello studio FOLL12 è stata associata a una PFS significativamente inferiore rispetto a due anni di RM. Lo studio FOLL12 mostra chiaramente che, sebbene la negativizzazione di MR e MRD sia prognostica per la PFS, l'approccio di mantenimento a due anni con rituximab è chiaramente superiore nei diversi sottogruppi, specialmente in quelli definiti a basso rischio di recidiva sulla base di risposta PET e MRD. Nonostante gli esiti negativi, lo studio FOLL12 rappresenta uno dei modelli emergenti di stratificazione della terapia su cui basarsi per la progettazione di studi clinici futuri.