Numero speciale di "Impact Factor News” n° 4 - Ottobre 2017
A oggi sono disponibili poche opzioni terapeutiche per la leucemia linfoblastica acuta B (LAL) con cromosoma Philadelphia positivo (Ph+) dopo il fallimento della terapia a base di inibitore delle tirosin-chinasi (TKI). Su JCO sono stati riportati i risultati favorevoli di uno studio di fase II che valutato l'efficacia e la tollerabilità dell’anticorpo bispecifico blinatumomab in pazienti con LAL Ph+ positiva recidivata/refrattaria.
Pazienti e metodi
Lo studio non randomizzato, di fase II, ha arruolato adulti affetti da LAL Ph+ ricaduti/refrattari ad almeno un TKI di seconda o ultima generazione o intolleranti ad almeno un TKI di seconda o ultima generazione e intolleranti o refrattari a imatinib.
Blinatumomab è stato somministrato in cicli di 28 giorni in infusione endovenosa continua.
L’obiettivo primario erano la remissione completa (CR) o la CR con recupero ematologico parziale (CRh) durante i primi due cicli di trattamento. Gli endpoints secondari includevano la malattia minima residua, il tasso di trapianto di cellule staminali ematopoietiche allogeniche, la sopravvivenza senza ricaduta, la sopravvivenza globale e gli eventi avversi (AE).
Risultati
Lo studio ha arruolato 45 pazienti, di questi, 16, pari al 36% (95% CI 22–51%), hanno ottenuto la CR/CRh con i primi due cicli, compresi 10 pazienti con mutazione T315i. La risposta al trattamento era indipendente dal numero di TKI utilizzati in precedenza e dallo stato mutazionale di ABL1.
L’88% dei pazienti in CR/CRh ha conseguito anche la negativizzazione della MRD (minimal residual disease). Il 44% dei pazienti responsivi è stato sottoposto a trapianto allogenico, compreso il 55% (6/11) che non era mai stato sottoposto a trapianto.
La sopravvivenza libera da ricaduta e la overall survival mediane sono state rispettivamente di 6,7 e 7,1 mesi (Figura 1).
Analogamente a quanto riscontrato con blinatumomab nelle LAL Ph-, gli eventi avversi più comuni sono stati la febbre (58%), la neutropenia febbrile (40%) e la cefalea (321%). Si sono verificati casi di sindrome da rilascio di citochine (tutti di grado 1-2). In tre pazienti sono stati osservati eventi neurologici, uno dei quali (afasia) ha richiesto l’interruzione transitoria del trattamento. Non ci sono stati eventi neurologici di grado 4 o 5.
Conclusioni
L’anticorpo bispecifico blinatumomab in monoterapia si è dimostrato attivo in pazienti affetti da LAL Ph+ recidivati o refrattari a TKI con un profilo di eventi avversi in linea con quanto riscontrato nei precedenti studi in LAL Ph-.