Numero speciale di "Impact Factor News” n° 4 - Ottobre 2017
Obiettivo
Il linfoma mantellare è una neoplasia aggressiva a cellule B caratterizzata da una proteiforme eziogenesi che si traduce poi in prognosi differenti dopo il trattamento. Nel 2003, il Lymphoma/Leukemia Molecular Profiling Project ha descritto un potente biomarcatore, indicatore di proliferazione, utilizzando la tecnica di espressione genica su materiale fresco congelato. In questo lavoro gli Autori descrivono la tecnica e la validazione di un nuovo asse che calcola l’indice proliferativo del clone neoplastico attraverso la marcatura di RNA ottenuto da preparati in paraffina di biopsie eseguite in routine.
Materiali e metodi
Quarantasette blocchetti in paraffina ottenuti da preparati bioptici sono stati utilizzati su una piattaforma di NanoString, utilizzando dati di espressione genica di biopsie fresche congelate (FFPE) selezionate come gold standard (Figura 1). La nuova metodica in esame è stata quindi applicata a biopsie di linfonodi di pazienti di una coorte indipendente di 110 casi tutti trattati con immunochemioterapia secondo schema rituximab, ciclofosfamide, doxorubicina, vincristina e prednisone (R-CHOP). Diciassette biopsie sono state quindi testate in tre differenti laboratori per saggiare la riproducibilità della metodica.
Risultati
L’asse denominato MCL35, che contiene 17 geni di marcatura di proliferazione, ha prodotto del materiale genico di qualità adeguata a garantirne l’utilizzo come indice prognostico, permettendo la creazione di uno score di rischio in 108 (98%) dei 110 casi di biopsie archiviate. L’asse MCL35 è in grado di stratificare i pazienti in tre differenti gruppi di rischio: alto rischio (26%), rischio standard (29%) e basso rischio (45%), con differenti fasce di sopravvivenza globale (OS): rispettivamente una mediana di 1,1, 2,6, e 8,6 anni (log-rank per tendenza, p <0,001). In analisi multivariata questi tre gruppi di rischio, generati dall’asse MCL35, così come il Mantle Cell Lymphoma International Prognostic Index (MIPI), risultavano indipendentemente correlati alla OS (p <0,001 per entrambe le variabili). La concordanza nell’assegnazione delle categorie di rischio è stata del 100% in tutti e tre i laboratori indipendenti, ossia la metodica è risultata essere perfettamente riproducibile.
Conclusioni
La metodica di valutazione della proliferazione cellulare, che vede l’utilizzo di un pannello di geni denominato MCL35 applicabile su biopsie ottenute da FFPE, ha permesso di identificare gruppi differenti di pazienti con diverse OS, indipendenti dallo score MIPI.
Gli Autori concludono che le validità, sia analitica sia clinica di questo asse, permettono di definirlo come un affidabile biomarcatore per la creazione di trial clinici con strategie terapeutiche modulate sui fattori di rischio biologici all’esordio.