Numero speciale di "Impact Factor News” n° 4 - Ottobre 2019
Introduzione
Ibrutinib, un inibitore della tirosina chinasi di Bruton e venetoclax, un inibitore della proteina antiapoptotica 2 delle cellule B, sono stati approvati per i pazienti con leucemia linfatica cronica (CLL). Indagini precliniche hanno indicato una potenziale interazione sinergica della loro combinazione.
Vi presentiamo ora uno studio di fase 2 su ibrutinib combinato a venetoclax che ha coinvolto pazienti ad alto rischio precedentemente non trattati e pazienti anziani con CLL.
Metodi
Tutti i pazienti arruolati dovevano presentare almeno una delle seguenti caratteristiche: delezione del cromosoma 17p, TP53 mutato, delezione del cromosoma 11q, IGHV non mutato o età pari o superiore a 65 anni. I pazienti hanno ricevuto ibrutinib in monoterapia (420 mg una volta al giorno) per 3 cicli, seguito dall'aggiunta di venetoclax (con fase di ramp-up ossia aumento della dose settimanale fino a raggiungimento della dose standard per CLL di 400 mg una volta al giorno). La terapia combinata è stata somministrata per 24 cicli. Le valutazioni della risposta sono state eseguite secondo i criteri dell'International Workshop on Chronic Lymphocytic Leukemia 2008. La malattia residua minima è stata valutata mediante citometria a flusso multicolore su campioni di sangue midollare (sensibilità, 10−4).
(Finanziato da AbbVie e altri; numero ClinicalTrials.gov, NCT02756897).
Risultati
Sono stati trattati in totale 80 pazienti. L'età media era di 65 anni (intervallo da 26 a 83). Un totale del 30% dei pazienti aveva 70 anni o più. Complessivamente, il 92% dei pazienti presentava IGHV non mutato, mutazioni di TP53 o delezione del cromosoma 11q. Con il trattamento combinato, le proporzioni di pazienti che avevano remissione completa (con o senza normale recupero dell'emocromo) e remissione con malattia residua minima non rilevabile sono aumentate nel tempo. Dopo 12 cicli di trattamento combinato, l'88% dei pazienti presentava remissione completa o remissione completa con recupero della conta incompleto e il 61% aveva remissione con malattia residua minima non rilevabile. Le risposte sono state osservate negli adulti più anziani e in tutti i sottogruppi ad alto rischio. Tre pazienti hanno presentato alterazioni di laboratorio compatibili con sindrome da lisi tumorale, nessuno il quadro clinico della stessa. Il profilo degli eventi avversi era simile a quanto riportato con ibrutinib e venetoclax singolarmente.
Conclusioni
Gli Autori hanno potuto concludere che il trattamento combinato per via orale con venetoclax e ibrutinib si è dimostrato essere un regime efficace per pazienti ad alto rischio e anziani con CLL.