Numero speciale di "Impact Factor News” n° 1 - Aprile 2020
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Uso di CAR-T trasdotte con cellule natural killer nei tumori linfoidi CD19-positivi
Introduzione
La terapia cellulare con linfociti T modificati per esprimere il recettore antigenico chimerico (CAR) anti-CD19 ha dimostrato notevole efficacia clinica nei tumori a cellule B. Tuttavia, vi sono ancora alcune difficoltà nell’applicazione su larga scala di questi trattamenti, rappresentate sia dalla complessità di realizzazione di questi prodotti cellulari, sia dagli effetti tossici sostanziali da loro indotti, in primis la sindrome da rilascio citochinico e la neurotossicità. In questo lavoro gli sperimentatori presentano i dati di efficacia di un prodotto cellulare di cellule natural killer (NK) che sono state modificate per esprimere un CAR anti-CD19 e che hanno il potenziale per superare le due principali tossicità.
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Significato prognostico del riarrangiamento e traslocazione di MYC, correlato al gene partner del riarrangiamento, nel linfoma diffuso a grandi cellule B: uno studio del consorzio Lunenburg Lymphoma Biomarker
Introduzione
Il riarrangiamento MYC (MYC-R) si verifica in circa il 10% dei linfomi diffusi a grandi cellule B (DLBCL) e molti studi hanno evidenziato come la sua presenza sia associata a prognosi sfavorevole. L'impatto di MYC-R sulla prognosi potrebbe essere influenzato dal gene partner MYC (immunoglobulina [IG] o un gene non IG). In questo lavoro gli Autori hanno riportato i risultati di un’analisi eseguita su una vasta coorte di pazienti attraverso il consorzio Lunenburg Lymphoma Biomarker per convalidare il significato prognostico negativo di MYC-R (stato di singolo, doppio e triplo colpo) nel DLBCL in correlazione al gene partner MYC.
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Ottimizzazione della terapia con CAR-T nei pazienti adulti affetti da leucemia linfoblastica acuta
Introduzione
La terapia con cellule T del recettore dell'antigene chimerico anti-CD19 tisagenlecleucel (CTL019) ha un tasso di risposta dell'81% nei bambini con leucemia linfoblastica acuta (ALL) a cellule B recidivante o refrattaria alla chemioterapia (R/R). La sindrome da rilascio di citochine (CRS) è una tossicità correlata al trattamento potenzialmente letale che limita il pieno potenziale terapeutico negli adulti. Segnaliamo i risultati per gli adulti con ALL R/R trattati con un dosaggio CTL019 ottimizzato e una strategia di gestione della CRS.
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Quattro contro sei cicli di chemioterapia CHOP in combinazione con sei applicazioni di rituximab in pazienti con linfoma a cellule B aggressivo con prognosi favorevole (FLYER): studio randomizzato di non inferiorità, di fase 3
Introduzione
Lo schema immunochemioterapico R-CHOP (rituximab più ciclofosfamide, doxorubicina, vincristina e prednisone) per sei cicli rappresenta il trattamento standard per il linfoma non Hodgkin a cellule B aggressivo (DLBCL). Nello studio FLYER, gli Autori hanno valutato se quattro cicli di chemioterapia CHOP più sei applicazioni di rituximab fossero efficaci come sei cicli di R-CHOP in una popolazione di pazienti con linfoma non Hodgkin a cellule B a prognosi favorevole secondo lo score prognostico IPI.
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Nivolumab combinato con brentuximab vedotin nei pazienti affetti da linfoma a grandi cellule B primitivo mediastinico recidivante/refrattario: risultati di efficacia e sicurezza dello studio CheckMate 436 di fase 2
Introduzione
Il linfoma a cellule B primitivo del mediastino (PMBL) rappresenta un’entità rara caratterizzata da una natura aggressiva e una particolare prognosi infausta nei pazienti con malattia in recidiva o refrattaria (R/R). PMBL è caratterizzato dall'alta espressione del ligando programmed death (PD)-1 e dall'espressione variabile di CD30. Nivolumab, un inibitore del checkpoint immunitario PD-1, e brentuximab vedotin (BV), un anticorpo coniugato farmaco anti-CD30, potrebbero pertanto avere attività sinergica nel PMBL nel contesto della malattia R/R.
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Trattamento FDG-PET-oriented nel linfoma di Hodgkin in fase iniziale favorevole: risultati finali dello studio sperimentale, randomizzato, di fase 3 HD16 del Gruppo di Studio Tedesco Hodgkin
Introduzione
Il trattamento a modalità combinata (CMT) con 2 × ABVD (doxorubicina, bleomicina, vinblastina e dacarbazina) e la radioterapia a campo limitato rappresenta lo standard di cura per i pazienti con linfoma di Hodgkin (HL) in fase iniziale favorevole. Tuttavia, il ruolo della radioterapia è stato messo in discussione. La tomografia a emissione di positroni (PET) dopo 2 × ABVD (PET-2) potrebbe aiutare a prevedere i risultati individuali e guidare il trattamento.
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Luspatercept nei pazienti con sindrome mielodisplastica a basso rischio: i risultati dello studio MEDALIST
Introduzione
Luspatercept è il capostipite di una classe di farmaci stimolanti l’eritropoiesi che si lega trasformando i ligandi della superfamiglia del fattore di crescita β per ridurre la segnalazione di SMAD2 e SMAD3, e contribuisce al ripristino della maturazione delle cellule ematopoietiche e alla produzione dei globuli rossi. La molecola ha mostrato risultati promettenti in uno studio di fase 2. MEDALIST è uno studio di fase 3 ideato per testare l’efficacia di luspatercept nei pazienti con anemia associata a sindrome mielodisplastica (MDS) con sideroblasti ad anello, a basso rischio, trasfusione-dipendenti per fallimento, intolleranza o ineleggibilità a terapia con agenti stimolanti l'eritropoiesi. I risultati dello studio sono stati recentemente pubblicati sul NEJM.
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Leucemia mieloide cronica: terapia con asciminib nei pazienti che hanno fallito la terapia con gli inibitori tirosin-chinasici di ABL
Introduzione
Nonostante gli enormi successi terapeutici ottenuti nella cura della leucemia mieloide cronica (LMC) dopo l’introduzione degli inibitori delle tirosin-chinasi (TKI), circa il 20% dei pazienti trattati con imatinib e il 15% dei pazienti trattati con TKI di seconda generazione sviluppano resistenza e/o grave intolleranza al trattamento. Questo rende necessario individuare inibitori più selettivi ed efficaci.
Asciminib è un inibitore allosterico che lega un sito miristolico della proteina BCR-ABL1, bloccando BCR-ABL1 in una conformazione inattiva attraverso un meccanismo distinto da quelli per tutti gli altri inibitori disponibili che si legano al sito dell’ATP di ABL. Asciminib ha come target BCR-ABL1 sia nativo sia mutato, ed è attivo nei pazienti con mutazioni, compresa la T315I.
Hughes e coll. hanno pubblicato da poco sul NEJM i risultati relativi alla sicurezza e all’attività antileucemica di asciminib nei pazienti con LMC Ph+. -
Leucemia mieloide acuta FLT3-mutata recidivata/refrattaria: gilteritinib è più efficace della chemioterapia di salvataggio
Introduzione
I pazienti con leucemia mieloide acuta (LMA) recidivante o refrattaria con mutazioni di FLT3 (gene tirosina chinasi FMS-like), raramente ottengono una risposta con la chemioterapia di salvataggio. Gilteritinib è un potente inibitore selettivo di FLT3 ad assunzione orale, che negli studi di fase 1-2 si è dimostrato attivo in monoterapia nella LMA FLT3-mutata recidivante o refrattaria. Gli interessanti risultati nello studio ADMIRAL che ha confrontato l’attività dell’inibitore con il trattamento standard sono stati pubblicati dal NEJM.
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Isatuximab, pomalidomide e desametasone versus pomalidomide e desametasone nel mieloma recidivato refrattario (ICARIA-MM): risultati dello studio randomizzato e multicentrico di fase 3
Introduzione
Isatuximab è un anticorpo monoclonale che lega un epitopo specifico sul recettore CD38 umano e ha attività antitumorale attraverso molteplici meccanismi d'azione. In un precedente studio di fase 1b, circa il 65% dei pazienti con mieloma multiplo recidivante e refrattario ha ottenuto una risposta globale con una combinazione di isatuximab con pomalidomide e desametasone a basso dosaggio. Lo scopo di questo studio era di determinare il beneficio di sopravvivenza libera da progressione di isatuximab più pomalidomide e desametasone rispetto a pomalidomide e desametasone in pazienti con mieloma multiplo recidivante e refrattario.
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Belantamab mafodotin nel mieloma multiplo recidivato refrattario: presentati i risultati dello studio di fase 2, randomizzato a 2 bracci, DREAMM-2
Introduzione
Belantamab mafodotin (GSK2857916) è un anticorpo monoclonale anti-IgG1 umanizzato diretto contro l'antigene di maturazione delle cellule B (BCMA) coniugato a monometil auristatina-F, che ha mostrato attività come single agent nello studio di fase 1 DREAMM-1 in pazienti pesantemente pre-trattati con mieloma multiplo (MM) recidivante o refrattario. Lo studio DREAMM-2 ha approfondito ulteriormente la sicurezza e l'attività di belantamab mafodotin. Gli interessanti risultati dello studio sono stati pubblicati da Lonial su Lancet Oncology.
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La profilassi con levofloxacina riduce il rischio infettivo nei pazienti con nuova diagnosi di mieloma multiplo, i risultati dello studio di fase 3
Introduzione
Il mieloma provoca immunodeficienza profonda e infezioni ricorrenti e gravi. Nel Regno Unito vengono diagnosticati circa 5500 nuovi casi di mieloma all'anno e un quarto dei pazienti sviluppa un'infezione grave entro tre mesi dalla diagnosi. Lo studio TEAMM è stato disegnato per valutare se i pazienti con nuova diagnosi di mieloma possano trarre beneficio dalla profilassi antibiotica e per valutare l’impatto della profilassi sull’insorgenza di antibiotico-resistenza e sull’incidenza di infezioni associate all'assistenza sanitaria.