Numero speciale di "Impact Factor News” n° 4 - Ottobre 2023
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Analisi finale dello studio CLL2-GIVe: obinutuzumab, ibrutinib e venetoclax per LLC non trattata con del(17p)/TP53 mutato
Introduzione
In questo lavoro viene riportata l'analisi finale dello studio multicentrico, in aperto, di fase II CLL2-GIVe atto a saggiare la risposta e la tollerabilità della tripla combinazione di obinutuzumab, ibrutinib e venetoclax (regime GIVe) in 41 pazienti affetti da leucemia linfatica cronica (LLC) ad alto rischio con del(17p) e/o mutazione di TP53, treatment-naïve.
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Combinazioni di prima linea di venetoclax nella leucemia linfatica cronica
Introduzione
Questo lavoro nasce dall’esigenza di colmare la mancanza di studi randomizzati con venetoclax abbinato ad anticorpi anti-CD20 come trattamento di prima linea in pazienti fit, a buona prognosi (ossia pazienti giovani senza comorbidità coesistenti e che non presentavano aberrazioni di TP53) affetti da leucemia linfatica cronica (LLC) con malattia avanzata.
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Pirtobrutinib dopo un inibitore covalente di BTK nella leucemia linfatica cronica
Introduzione
I pazienti con leucemia linfatica cronica (LLC) o linfoma a piccoli linfociti (SLL) hanno una ridotta chance di sopravvivenza dopo il fallimento del trattamento con un inibitore covalente della tirosin-chinasi di Bruton (BTK) e/o con un inibitore di BCL2; per tale motivo, sono necessarie nuove opzioni terapeutiche. Pirtobrutinib, un inibitore di BTK altamente selettivo e non covalente (reversibile), è stato progettato per ristabilire l’inibizione di BTK in questo subset di pazienti.
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Lisocabtagene maraleucel nella leucemia linfatica cronica e nel linfoma linfocitico (TRANSCEND CLL 004): studio multicentrico, in aperto, a braccio singolo, di fase I-II
Introduzione
I pazienti con leucemia linfatica cronica (LLC) recidivata o refrattaria (R/R) o linfoma a piccoli linfociti (SLL) per i quali il trattamento ha fallito sia con l'inibitore della tirosin-chinasi di Bruton (BTK) sia con venetoclax hanno poche opzioni terapeutiche e scarsi risultati in termini di sopravvivenza. Lo scopo di questo studio è stato quello di valutare l'efficacia e la sicurezza di lisocabtagene maraleucel (liso-cel) alla dose raccomandata di fase II in pazienti con LLC o SLL recidivati o refrattari.
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Pirtobrutinib nel linfoma a cellule mantellari pretrattato con inibitore covalente della tirosin-chinasi di Bruton
Introduzione
Pirtobrutinib è un inibitore della tirosin-chinasi di Bruton (BTK) altamente selettivo e non covalente (reversibile). In questo lavoro, gli autori riportano i dati di sicurezza ed efficacia di pirtobrutinib in pazienti con linfoma mantellare (MCL) pretrattato con inibitore covalente di BTK (cBTKi), una popolazione nota per la prognosi particolarmente sfavorevole.
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Sopravvivenza con axicabtagene ciloleucel nel linfoma a grandi cellule B
Introduzione
In questo lavoro, gli autori riportano i risultati a lungo termine di uno studio di fase III in pazienti con linfoma a grandi cellule B recidivato o refrattario (LBCL R/R) che hanno ricevuto axicabtagene ciloleucel (axi-cel), una terapia autologa con cellule T anti-CD19 con recettore dell'antigene chimerico (CAR-T), come seconda linea di trattamento confrontati con una medesima coorte di pazienti candidati a cure standard. Nella pubblicazione dei dati precoci, la strategia con CAR-T aveva dimostrato di ottenere una sopravvivenza libera da eventi (EFS) significativamente più lunga ma erano necessari dati sui risultati a lungo termine per corroborarla e per procedere alla sua registrazione in seconda linea.
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Epcoritamab, un nuovo anticorpo sottocutaneo bispecifico che coinvolge le cellule T CD3xCD20, nel linfoma a grandi cellule B recidivato o refrattario: risultati dell’espansione della dose in uno studio di fase I/II
Introduzione
Epcoritamab è un anticorpo bispecifico che coinvolge le cellule T CD3xCD20, somministrato per via sottocutanea, che attiva le cellule T, commissionandole ad eliminare le cellule B CD20+ maligne. Epcoritamab in monoterapia ha già dimostrato una potente attività antitumorale nell’incremento della dose nei sottotipi di linfoma non Hodgkin a cellule B.
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Trial di fase III randomizzato per la valutazione di rituximab sottocutaneo in prima linea nel linfoma follicolare a bassa carica tumorale: risultati dello studio LYSA
Introduzione
Rituximab migliora la sopravvivenza libera da progressione (PFS) e il tempo al trattamento successivo (TTNT) rispetto alla strategia di vigile attesa per i pazienti con linfoma follicolare (FL) a bassa carica tumorale (low tumor burden, LTB). Il mantenimento prolungato con rituximab non ha prolungato il TTNT, mentre solleva preoccupazioni sull’uso delle risorse e sull’adesione del paziente. Lo scopo degli sperimentatori era, quindi, quello di studiare l’uso del mantenimento breve con rituximab, utilizzando la via sottocutanea (sc) in pazienti con FL a bassa carica tumorale.
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Nella leucemia mieloide acuta FLT3 ITD+ quizartinib aggiunto alla chemioterapia raddoppia la sopravvivenza: i risultati del trial di fase III QuANTUM-First
Introduzione
Quizartinib è un inibitore orale potente e selettivo di FLT3. Secondo lo studio di fase III QuANTUM-First, l’aggiunta di quizartinib (rispetto a placebo) alla chemioterapia con o senza trapianto allogenico (allo-HCT) consente di ottenere un raddoppiamento della sopravvivenza in pazienti adulti affetti da leucemia mieloide acuta (AML) FLT3-ITD+ di nuova diagnosi, popolazione che ad oggi ha una prognosi insoddisfacente nonostante la recente introduzione di midostaurina.
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Studio di fase III COMMANDS: efficacia e sicurezza di luspatercept rispetto a eritropoietina nei pazienti affetti da sindrome mielodisplastica a basso rischio non pretrattati
Introduzione
Gli agenti stimolanti l’eritropoiesi (ESA) sono lo standard di trattamento dell’anemia nelle sindromi mielodisplastiche (MDS) a basso rischio ma la risposta è spesso transitoria. Luspatercept è un agente che promuove la maturazione eritroide attualmente indicato per il trattamento delle MDS trasfusione-dipendenti a basso rischio, con sideroblasti ad anello e in risposta insoddisfacente o non idonee alla terapia con eritropoietina (EPO). Lo studio COMMANDS, del quale sono stati recentemente pubblicati i risultati della valutazione ad interim sul New England Journal of Medicine, è il primo studio randomizzato che si propone di trovare un’alternativa terapeutica all’EPO nel management dell’anemia mediante il confronto diretto EPO vs luspatercept in una popolazione di pazienti con MDS trasfusione-dipendenti, non pretrattati, con o senza sideroblasti ad anello.
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Lo studio randomizzato MAJIC-PV conferma l’efficacia di ruxolitinib nella policitemia vera intollerante/resistente a idrossicarbamide
Introduzione
La policitemia vera (PV) è caratterizzata dal punto di vista biologico dall’attivazione di JAK/STAT e dal punto di vista clinico dalla presenza di eventi trombotico/emorragici, di sintomi sistemici e dal rischio di trasformazione. Lo studio MAJIC è stato ideato per valutare non solo l’azione del farmaco in termini di risposte molecolari e di controllo dei parametri emocromocitometrici ma anche e soprattutto per valutare il beneficio a lungo termine di ruxolitinib in termini di controllo degli eventi relativi alla PV e il suo impatto sulla sopravvivenza globale (OS).
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Mezigdomide più desametasone nel mieloma multiplo recidivato refrattario
Introduzione
In uno studio di fase I/II (CC-92480-MM-001) riportato nel New England Journal of Medicine, Paul G. Richardson e colleghi hanno dimostrato che la combinazione mezigdomide e desametasone è attiva in pazienti pesantemente pretrattati con mieloma multiplo (MM) recidivato o refrattario (R/R). Analogamente a lenalidomide e pomalidomide, la mezigdomide è un farmaco immunomodulante (IMiD) che agisce sulla proteina cereblon (essenziale per lo svolgimento dell’azione antimielomatosa di questa categoria di farmaci) ma appartiene a una nuova classe di degradatori proteici, quella dei cosiddetti cereblon E3 ligase modulatory drug (CELMoD). I CELMoD (mezigdomide e iberdomide) sono stati progettati in modo da avere un’azione più potente e selettiva nei confronti di cereblon rispetto agli IMiD convenzionali, potenziandone l’efficacia. La mezigdomide, in particolare, è stata specificamente disegnata per ottenere una degradazione rapida, potente, e profonda di Ikaros e Aiolos. La degradazione di Ikaros e Aiolos produce effetti citotossici potenziati sulle cellule mielomatose in vitro, comprese quelle resistenti alla lenalidomide e alla pomalidomide e quelle in cui cereblon è sottoregolata, oltre a un’attività di stimolazione immunitaria diretta da parte delle cellule T e natural killer.
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CARTITUDE-4: Cilta-cel nettamente superiore alla terapia standard nei pazienti con mieloma multiplo refrattario a lenalidomide
Introduzione
Ciltacabtagene autoleucel (cilta-cel) è una terapia con cellule T con recettore dell’antigene chimerico (CAR-T) in grado di riconoscere e legare l’antigene di maturazione delle cellule B (BCMA), presente sulle cellule del mieloma, ed è efficace nei pazienti con mieloma multiplo (MM) recidivato o refrattario (R/R) pesantemente pretrattati. Lo studio multicentrico internazionale CARTITUDE-4 ha valutato l’efficacia di cilta-cel in pazienti con MM refrattario alla lenalidomide in linee precoci di trattamento e ne ha dimostrato la capacità di ridurre il rischio di progressione o morte del 74% rispetto alla terapia standard (SOC).